Deserto amico. Sakhir una location probabilmente non idonea per i Test.

Lo scorso fine settimana si sono conclusi i test in preparazione della nuova stagione di Formula 1 che sta per cominciare, alcune scuderie hanno giocato a nascondino, altre hanno girato a carte scoperte avendo la consapevolezza del potenziale in loro possesso.

Una considerazione a margine: una vettura in pista per team, un giorno e mezzo a testa a disposizione dei venti piloti, il tutto su un tracciato, quello di Sakhir, che a livello tecnico non esprime al meglio il vero potenziale di una monoposto di F1.

Ma non solo, lo reputo poco adatto allo “svezzamento” di una vettura con una così alta dose di tecnologia.

Tre miseri giorni, come può un team in difficoltà l’anno precedente recuperare sui competitor? Se porti in pista un progetto nuovo  o magari rivoluzionario devi avere la possibilità di svilupparlo con i giusti tempi, senza un cronometro che ti corre dietro.

Ecco anche perché alcune squadre hanno preferito solo aggiornare, migliorando le aree critiche delle monoposto 2022.

A mio avviso hanno fatto bene, ma credo che siano più che altro state costrette, anche per via del Budget Cap e dei rischi che comporta.

Ma veniamo a noi: squadra che vince non si cambia, è sempre stato questo il motto negli anni, infatti il team che può ritenersi più soddisfatto non può essere che RedBull, con un Max Verstappen in piena forma Mondiale, assecondato da una RB19 che sembra calzargli a pennello.

Il team di Milton Keynes riparte con il ruolo di favorita per la prima gara dell’anno; la base di partenza era ottima, la RB18 dominatrice dello scorso Campionato.  La vettura di quest’anno appare già matura per setup e bilanciamento aerodinamico.

Durante le simulazioni del passo gara ha dimostrato di avere un passo costante intorno al 1’36”, davvero ottimo considerando che c’è sicuramente ancora tanto da dare. Messa a terra, la vettura gira che una meraviglia, chapeau allo staff tecnico della compagine iridata.

E gli altri? Hanno passato 3 giorni a cercare di mettere d’accordo, quindi far dialogare, l’asse anteriore con quello posteriore, ed in molti non ci sono nemmeno riusciti del tutto.

Questo a causa delle modifiche apportate da Pirelli alla costruzione degli pneumatici anteriori, generando maggior grip all’avantreno rispetto al passato.

Per contro un posteriore piuttosto ballerino ed imprevedibile, il ripetuto scivolamento del posteriore comporta una forte usura delle gomme, il che complica ulteriormente le cose.

 

Da Ferrari ci si aspettava qualcosa in più, poca luce rossa sull’asfalto del Bahrein, con una SF-23 che si presenta veloce nei rettilinei ma un po’ in difficoltà in curva, in sostanza tutto il contrario della F1-75.

Questo comportamento potrebbe essere figlio di un bilanciamento aero e di setup non ancora raggiunto. Ma va spezzata una lancia anche a favore della scuderia del Cavallino, con una rossa che è anch’essa figlia della sua progenitrice, ma che è cambiata molto sotto la carrozzeria.

La vettura è nata bene, ma per la gara di domenica tutto dipenderà se si svolgeranno bene i compiti a casa, al simulatore naturalmente.  I dati sono stati raccolti, per non farsi trovare impreparati ci sarà da lavorare molto in quel di Maranello.

Stesso discorso per Mercedes, da rivedere la loro posizione, perché anche loro sono stati penalizzati da un posteriore poco stabile soprattutto nella parte centrale delle curve.

Di sicuro la vettura di Brakley è ora più facile da capire rispetto alla W13 dello scorso anno, ora che si è lavorato molto sul fondo e con le altezze da terra; bisogna trovare la quadra a livello di dinamica veicolo.

Tanti i km percorsi dai due piloti, altrettanto i dati raccolti: ci sarà da capire se effettivamente la squadra anglo-tedesca vorrà portare degli aggiornamenti sostanziali, come si vocifera all’interno del paddock.

La sorpresa, ma nemmeno poi molto, è stata AstonMartin. Già alla presentazione infatti, la monoposto verde speranza si presentava molto interessante, la pista al momento lo conferma, Alonso è in gran forma e potrebbe essere il valore aggiunto nel caso in cui il Gran Premio del Bahrain mostrerà al mondo una AstonMartin molto competitiva.

La squadra che si è nascosta più di tutte è stata Alpine, con i piloti impegnati in prove di set up e mappature aerodinamiche. Per McLaren un disastro, tre giorni di calvario assoluto su tutti i fronti: meccanico, aerodinamico e logistico.

La conseguenza diretta è il dato chilometrico, è stata la squadra che ha percorso meno chilometri di tutti.  Molto male come inizio di stagione, considerando che hanno in squadra un debuttante come Piastri che ha bisogno di girare molto. Speriamo che il team di Woking torni a livelli più consoni al proprio blasone.

AlfaRomeo, tranne il giorno 3, ha girato con continuità e senza particolari problemi; Haas stessa posizione. Deludono Williams ed AlphaTauri, ma sono sicuro che queste marche daranno vita ad una lotta molto intensa a centro gruppo durante tutta questa stagione.

Appuntamento quindi a venerdì per le prime prove Libere del 2023 sul tracciato di Sakhir, laddove potremmo capire qualcosa in più sui valori in campo, in pista, anche se al solito in queste prossime settimane si continuerà a lavorare su correzioni e sviluppi futuri, con un occhio alla lista della spesa.

Scritto da Alessandro Rossi

Foto: #AMuS

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