Engineering Academy, come lavora Ferrari.

Spesso si sente dire che la Scuderia Ferrari non attinge ai tecnici di altre squadre, soprattutto quelle vincenti, per tornare competitiva. In parte è vero, ma bisogna ponderare le cose per bene e capire perché.

Ai tempi di Luca Cordero di Montezemolo e Jean Todt, in Ferrari arrivarono i tecnici che fecero la fortuna della Benetton, Ross Brawn e Rory Byrne su tutti; si aprì un ciclo vincente difficile da replicare oggi. Prestigio, differenze economiche sostanziose, ma anche una nuova sfida personale convinsero queste persone a sposare questo nuovo progetto.

Ora mille fattori, dalla qualità di vita, alla Brexit, passando per il gardening ma anche e soprattutto per il Budget cap, limitano questo “mercato” di tecnici. Con l’applicazione di quest’ultimo le cose sono decisamente cambiate perché il regolamento finanziario ci dice che solo 3 “Top Manager” non hanno influenza sul rendiconto annuo, per ordine di logica potrebbero essere il CEO, il Team Principal ed il responsabile del progetto.

Sugli altri membri della Scuderia bisogna centellinare bene le risorse economiche, altrimenti si va a ripercuotere tutto sullo sviluppo della vettura, avendo meno risorse da dedicarvi. Quindi, non è più possibile prendere tecnici dall’esterno e strapagarli pur di convincerli a lavorare per la Rossa, ma lo stesso discorso vale per tutte le altre squadre.


Questo è uno degli elementi fondamentali quando si tratta di progettare e sviluppare durante la stagione una vettura che ha bisogno di upgrades per essere competitiva.

Inoltre c’è un’altro aspetto da spiegare: Ferrari dal 2017 crede ed investe nel progetto Motorvehicle University of Emilia Romagna (MUNER): fortemente voluto dalla Regione Emilia-Romagna, nasce dalla sinergia tra alcuni prestigiosi atenei (Università di Bologna, Università di Modena, Università di Reggio Emilia e Università di Parma) e le case automobilistiche che portano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo. 

Affondando le radici storiche nel territorio, con Advanced Automotive Engineering ed Advanced Automotive Electronic Engineering. MUNER intende attrarre nella regione i migliori studenti universitari di tutto il mondo con l’obiettivo di formare ed inserire nel mondo del lavoro gli ingegneri di domani, compresi i tecnici che sviluppino auto da competizione.


Progetto sviluppato da uno dei manager più importanti del settore automotive: Andrea Pontremoli, con l’ambizione di valorizzare il territorio e non solo le aziende coinvolte.  Tutto ciò per formare in casa i “talenti” di domani, preservando un patrimonio unico nel mondo.

Ecco uno dei tanti motivi per cui la Scuderia Ferrari attinge spesso sulle risorse interne, crede nei propri investimenti guardando al futuro.

Si sente parlare sempre più spesso di Driver Academy ma credo che la Formula 1 ora come ora debba investire il più possibile sulle risorse umane interne, per dirottare in altre aree gli investimenti economici, guardando quindi in ambiti diversi all’interno della Scuderia.

Crescere per vincere insieme.

Scritto da Alessandro Rossi

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