F1 Analisi Performance: Monaco Gp Caos

Cosa non ha funzionato nel Gran Premio di Montecarlo?

Come “vaticinato” nei giorni precedenti all’inizio dell’attività in pista, Ferrari aveva una grande chance di fare un 1-2 “facile”; le qualità del progetto della F1-75 sono molteplici, telaio, meccanica, facilità di mandare le gomme in temperatura.

Monaco lo sappiamo è un circuito a sè, bisogna decontestualizzarlo, non era adatto alle vetture del 2016, figuriamoci a queste.

La F1 fa parte di questo mega contesto di super tecnologia, le immagini del retrotreno della Haas incidentata di Schumacher parlano da sole, eppure c’è sempre una costante di inefficienza.

Ritardo della partenza causato da un corto circuito al sistema di Start, ripristinato ma seguito da ulteriore ritardo per via delle condizioni meteo. E se già la pioggia non bastasse a complicare le cose allora ci pensano i team con strategie sbagliate.

Le condizioni in pista erano complicate per tutti e non facili da interpretare, eppure a parità di condizioni sul tracciato bagnato c’era chi aveva un vantaggio enorme: Ferrari!

Leclerc era primo, pista libera, sceglieva le traiettorie che desiderava, aveva una visione perfetta della pista, della sua evoluzione e del grip dell’asfalto.

In Redbull dal canto loro sono riusciti a far cadere in trappola la scuderia di Maranello, montando le intermedie sulla macchina di Perez 2 giri prima del pit di Charles con la stessa mescola.

Il primo punto di svolta del Gp: siamo al giro 16, pit di Sergio che monta gomma intermedia, Sainz si apre via radio e comunica che la pista si sta velocemente asciugando e l’intermedia a breve come le Full Wet sarebbero diventate inutili, meglio passare direttamente alle slick. Il muretto gli conferma queste indicazioni. Sono 2 giri in cui via radio si discute animatamente del tema, ma tutto ciò a Leclerc non viene comunicato.

Grafico Perez e Leclerc nel primo momento chiave.

L’elemento chiave nell’errore strategico di Ferrari è stato non valutare attentamente le condizioni che un suo pilota, tra l’altro bersagliato dal 90% dei media e dei tifosi delle rosse (alla faccia dell’”essere Ferrari”), stava comunicando in maniera preventiva al pitstop di Charles.

I fattori che hanno contribuito alla debacle Ferrari. Doppiati e Fia.

Doppiati; Albon per circa 1 giro e mezzo è rimasto davanti a Leclerc, con almeno 20 segnalazioni di bandiera blu con annessi team radio di Charles che si lamentava; ma tutto ciò non è servito alla direzione gara per approfondire la questione, facendo perdere a Charles 3,183 secondi in riferimento al lap time di Perez, e 2 rispetto al successivo crono segnato.

Stesso discorso per Sainz, rimasto anche lui bloccato dietro Latifi per metà giro, sorpasso solo all’inizio del tunnel, al passaggio a slick.

Non entro nel merito della questione linea bianca; regole nuovamente INTERPRETATE!

Redbull è stata brava a cogliere l’occasione, ha sfruttato la finestra creatasi per il misunderstanding di Casa Maranello, i problemi coi doppiati e ha aperto il gap per poter fare in sicurezza la fermata ai box marcando Sainz.

Veniamo al centro gruppo, dove non sono mancati anche qui diversi errori, più comprensibili, ma comunque da rimarcare.

Mercedes si è ritrovata con Hamilton su Intermedie e Russell su Hard, Lewis nei giri prima del passaggio ai box ha cominciato ad accusare un forte overheating alle posteriori FullWet; l’errore di Mercedes, se cosi vogliamo definirlo, sta nel non averlo ascoltato e portato prima su intermedia, visto che stava perdendo ritmo su Alonso. La scelta più corretta era quella di metterlo in condizioni di effettuare uno stint più lungo e quindi compensare la differenza di passo.

Hamilton tra l’altro ad inizio gara ha accusato alcuni problemi ai freni anteriori, in diverse occasioni ha lottato in fase di staccata con l’anteriore che non rispondeva come doveva.

Montate le Intermedie, si è trovato la strada sbarrata da un ostinato Ocon, il quale pur di chiudere la porta ha rischiato un doppio Ko, in due episodi, il primo portando Hamilton contro le barriere del pitwall, il secondo con il contato alla Sainte Devote, sanzionato con 5 secondi di penalità.

La differenza con Russell è racchiusa ancora una volta nella diversità di setup delle rispettive monoposto, e questo ha influito sulle performance in gara. Si sapeva che il tracciato di Monaco fosse estremamente ostico per la vettura di Brackley.

Veniamo a qualche grafico.

Passi gara con Slick

Qui sopra mostriamo i lap time, con l’ultimo stint con gomme slick, che evidenzia come i primi 4 siano rimasti “bloccati” dal graning sugli pneumatici di Perez dal giro 50, mentre per Russell e Norris c’è uno scambio di posizioni: in McLaren i problemi con le Hard ha costrett il team di Woking ad un pitstop extra montando le medie, poi rivelatosi “fatale”: ecco infatti il sorpasso all’uscita dei box con gomme fredde che Lando subisce da Russell bravo a passarlo.

Dalla media su 31 giri relativa ai primi 4 si evince come le Ferrari con gomma più dura avessero un ritmo migliore; eppure data l’impossibilità di sorpassare a Montecarlo, sappiamo tutti com’è finita.

Alonso in gestione causa problemi di surriscaldamento della PU con giri nella fase finale di push e di respiro per tenere a distanza Hamilton, che nell’ultima parte di gara è entrato in modalità gestione senza più forzare i tempi.

Per Mercedes, come visto a Barcellona, anche a Monaco si è registrato un passo gara migliore, soprattutto con le gomme da asciutto, con entrambi i piloti. Peccato non aver mai visto Hamilton, un pò sulla falsa riga dello scorso anno, in aria libera per analizzarne il possibile ritmo.

La Scuderia di Maranello a Baku deve riscattare i weekend monegasco e spagnolo, il tracciato azero non è ideale alle caratteristiche della F1-75 ma credo le rosse si possano difendere bene.

Mercedes è chiamata a confermare le performance in crescita di Barcellona, c’è tanta curiosità sulle reali potenzialità della W13 su questa tipologia di circuito.

Scritto da Fulvio Vigilante.

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