Austin: potremmo dire che dopo diverse gare chiuse tra dubbi e polemiche con la mano “sovrana” della Fia, il GP del Texas ci ha regalato emozioni e battaglie in pista. Una gara combattuta su diversi fronti: strategie, gestione gomme e soprattutto duelli in pista ravvicinati. Ma le polemiche e veleni sono attivati, classico ormai, sulla coda della domenica americana.
Partenza col botto in tutti i sensi; il lato sinistro dello schieramento, e quindi le caselle pari della griglia, offrono un miglior grip consentendo a Verstappen di scattare meglio di Sainz e di superarlo in Curva 1.
Russell tenta, partendo anche lui leggermente meglio di Hamilton e Sainz, di sopravanzare all’interno lo spagnolo ma è troppo ottimista. Con Hamilton all’esterno e Carlos che rimane chiuso per cercare di sfruttare la trazione della rossa e per rimanere vicino a Max, arriva al bloccaggio dell’anteriore sinistra e centra in pieno la pancia posteriore sinistra della vettura di Sainz, colpendo e danneggiando i sistemi idraulici sulla sua Ferrari.
Risultato, 5 secondi di penalità per Russell e ritiro dopo qualche centinaio di metri per il poleman Sainz.

Fin da subito è chiaro che la gomma media riesce a reggere molto bene l’usura rispetto alla premesse, ciò consente a Leclerc di gestire al meglio il primo stint e di recuperare terreno su Verstappen e Hamilton.

Colpo di scena al 22° giro con l’incidente tra Stroll ed Alonso sul lungo rettifilo del secondo settore: il pilota canadese cambia traiettoria mentre lo Fernando è in fase di sorpasso innescando il contatto, l’Alpine n°14 fortunatamente non si cappotta ma si impenna e prende il volo.
Miracolosamente l’impatto contro le barrire e l’asfalto lasciano l’Alpine quasi intatta, e ciò permette ad Alonso di ripartire e tornare ai box, mentre arriva il ritiro invece per il pilota Aston Martin e futuro compagno di squadra dell’asturiano, troppi i danni alla sua monoposto, fortunatamente schivata dagli altri piloti quando roteava in pista.
Si intuiva come nell’appuntamento texano Mercedes avesse qualcosa in più: soprattutto gli aggiornamenti al fondo hanno consentito alla W13 di recuperare qualche punto di carico aerodinamico, consentendo ad Hamilton di rimanere in lotta per il primo successo di stagione sino alla fine.
Momento caldo della domenica del COTA il secondo passaggio ai box: seconda sosta senza intoppi per molti, non per Verstappen che causa problema di fissaggio dello pneumatico anteriore sinistro perde secondi preziosi, venendo sopravanzato da Leclerc in corsia box, mentre Hamilton fermatosi un giro prima, guadagna circa 5 secondi sull’olandese.
Scatta cosi una lunga battaglia tra Charles e Max entrambi con gomme medie, mentre Lewis è su coperture Hard, per rimontare sul 7 volte Campione del Mondo in testa alla contesa.

Verstappen ha più ritmo, riesce a far lavorare meglio le gomme e supera il ferrarista grazie anche ad un notevole velocità in più con il Drs aperto.
Hamilton fa il suo, e con un ritmo serrato cerca di mantenere il distacco su Verstappen, tuttavia il ritmo del Campione del Mondo in carica è nettamente superiore con la sua RB18 che riesce, a 7 giri dalla bandiera a scacchi, a superare l’acerrimo “rivale” della passata stagione.

Una Mercedes più in forma durante questo weekend, il che dimostra come il team di Brackley stia spingendo nella direzione giusta per rimontare e preparare al meglio la vettura per il prossimo anno.
Onore al merito a Verstappen per aver corso, forse, la prima gara “col cuore” di questa stagione; colpita dalla perdita sabato del fondatore Dietrich Mateschitz, Max e la famiglia Redbull volevano vincere per dedicargli la vittoria, centrando anche la conquista del titolo Costruttori che torna a Milton Keynes dopo l’ultimo iride di squadra del 2013, interrompendo cosi il dominio Mercedes dal 2014 al 2021.
Un Gran Premio degli Usa che ha visto tra i grandi protagonisti Sebastian Vettel, autore di una gara super, autore di sorpassi all’esterno su Albon e Magnussen, soprattutto quello sul danese (comunque senza gomme ormai all’ultimo giro) straordinario.
Nota di demerito, purtroppo ancora, per la Fia; speravamo di poter vivere una domenica senza polemiche e senza penalità discutibili durante e dopo la gara.
Ed invece al solito, ore dopo la conclusione del quart’ultimo GP del 2022, su reclamo della Haas Alonso è stato penalizzato di 30 secondi (10 secondi di stop&go + il tempo di transito in pit lane), per aver perso lo specchietto di destra dopo lo scontro con Stroll: i commissari hanno sanzionato Fernando “reo” di essere rimasto in pista con un auto non sicura.
Il team a stelle e strisce, memore di quanto accaduto a Suzuka quando a Magnussen venne esposta la bandiera nera col cerchio arancio (per via dell’end plate dell’ala anteriore danneggiato), ha voluto sgrafignare qualche punto in più….
Alla luce di questo ci chiediamo come mai, per un medesimo problema a Perez (rottura dell’end plate ant destra con conseguente distacco), la direzione gara non abbia ritenuto necessario investigare il messicano.
Aggiungiamo che Verstappen dopo il pit lento vede danneggiato il deflettore anteriore sinistro, problema che man mano che la gara procede si amplifica sempre di più arrivando al distacco dello stesso durante la fase di sorpasso su Hamilton.
Insomma, alla Direzione Gara difetta uniformità nei tempi e modi dell’applicazione del regolamento, nell’attuazione e nella tempistica delle penalità; piace lasciarci parlare e lasciare dubbi ed interpretazioni aperte per episodi stroppo spesso tralasciati e non investigati: sembra quasi che lo si voglia fare apposta.
Prossima tappa Città del Messico, si corre a casa di Perez dove sicuramente Redbull cercherà di consegnare nelle mani del suo 2° una vettura capace di poter conquistare la vittoria, soddisfatta oramai la “fame” del cannibale Orange.
Scritto da Fulvio Vigilante
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