Gilles, l’aviatore.

Il 18 gennaio 1950, a Saint-Jean-sur-Richelieu in Canada nasceva uno dei piloti più amati e iconici della storia: l’indimenticabile Gilles, primogenito della famiglia Villeneuve. Ebbene sì, proprio nel 1950, lo stesso anno in cui la Formula 1 ha preso vita, forse un segno del destino.


Egli nasce in una terra in cui il legame con la velocità lo si poteva coltivare attraverso la neve e proprio sull’asfalto nevoso, diventa campione di motoslitte.

Dopo un diploma in tecnologia meccanica, Gilles decide di cimentarsi in una serie di gare regionali, vincendo così tanto da conquistare il campionato per tre anni consecutivi. Ma non bastava. Il suo sogno era l’asfalto vero, la vettura vera. Battendo tutto e tutti ad ogni costo.

E, con qualche anno di pazienza, il suo sogno si sarebbe avverato. Dalle motoslitte, attraverso la Formula Atlantic, fino ad arrivare alla massima espressione dell’automobilismo sportivo.

Capitò che Niki Lauda, nel 1977, vincendo in anticipo il campionato, decise di lasciare la scuderia di Maranello.

Serviva un sostituto e il Drake prese con se quel giovane irruento ma talentuoso, ecco che Gilles Villeneuve arrivò ad esordire sulla Ferrari, proprio nel Gran Premio del Canada.

Una vetrina in cui il suo talento, puro e folle, ai limiti del coraggio, si sarebbe mostrato agli occhi di tutti.
E tutti, ne avrebbero fatto una malattia. Una “febbre” che sarebbe stata tramandata di generazione in generazione. Nonostante non ci sia mai stato un lieto fine.


Gilles Villeneuve non è passato alla storia per i suoi successi in Formula 1, 6 vittorie, 2 pole position e 13 podi, ma è rimasto immortale nell’immaginario collettivo degli appassionati grazie alla capacità di far emozionare gli appassionati di questo sport, avremo per sempre negli occhi il duello con Arnoux a Digione.

Gilles Villeneuve e René Arnoux Digione 1979

Il suo stile di guida sempre al limite gli ha regalato un posto speciale nel cuore dei tifosi: un amore infinito per la velocità, un modo di intendere la vita sorprendente, sempre alla ricerca del limite, in pista e fuori.

GP Olanda, Zandvoort 1979 Gilles Villeneuve su tre ruote dopo aver danneggiato la posteriore sinistra

È noto a tutti i tifosi della Ferrari, e in generale della Formula 1, che il piccolo canadese fosse tutt’altro che uno spirito tranquillo in pista, e questo breve racconto sottolinea, ancora una volta, come l’Aviatore vivesse sempre al massimo, sempre a gas spalancato e senza alcun remore.

Un pilota che non ha potuto gioire della conquista di un titolo, ma che è rimasto nel cuore di tutti coloro che amano questo sport, perchè per emozionare non servono i numeri, le vittorie o i giri veloci: basta semplicemente ciò che sai trasmettere una volta che si abbassa la visiera.

“Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene” (Enzo Ferrari)

Salut, Gilles.

Scritto da Alessandro Rossi

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