Il “marketing” al femminile in ambito Motoracing.

Negli ultimi anni si sta assistendo ad una sempre più maggiore presenza di donne in quello che è da sempre stato un’ambiste prettamente maschile: il Motorsport. In una recente intervista Giovanna Amati, pioniera della F1 degli anni ’90, ha sottolineato come le donne siano viste come un semplice prodotto di marketing nei Team e questo mi ha fatto riflettere.

A questa sua considerazione mi permetterei di aggiungere che all’interno di questo settore vi sia ancora radicato il concetto di “quote rosa”, e spesso e volentieri le ragazze che seguono il motoracing vengono viste come esseri rari; da parte maschile vi è inoltre la percezione che le donne seguano questa disciplina solo per la fisicità e prestanza dei piloti, quando non è così.

Spesso e volentieri le loro storie e la loro presenza all’interno delle competizioni motoristiche vengono esplicitate, messe in risalto solo in casi di comodità o giornate “dedicate”: ad esempio la Festa della Donna, in occasione di servizi fotografici dove le drivers vengono talvotla ritratte alla stregua delle pinup di una volta; ma anche il modo di vestire in occasione di eventi da parte delle promoter ed eventi race sono un esempio lampante di questo fenomeno.

La formazione di una commissione femminile è stata ed è un’arma a doppia taglio; infatti se da un lato ha consentito di poter avere una maggior presenza del gentil sesso, dall’altro ha alimentato il fenomeno ai massimi livelli e non solo.  Anche la creazione del Campionato W-Series ha gettato ulteriore benzina sul fuoco. Alla luce di queste considerazioni una domanda mi sorge spontanea : il mondo maschile è pronto a questo cambiamento di mentalità?

Scritto da Natalia Cancellaro.

 

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