Il punto sul Singapore GP.

Sergio Perez, Rey nella notte di Singapore.

Il messicano vince la sua seconda gara stagionale davanti ad un Charles Leclerc che ha dato tutto, ma nulla ha potuto contro una RedBull pimpante sin dall’inizio. In terza posizione chiude Carlos Sainz, mai in partita con i primi due che facevano un’altra gara, ma comunque a podio. Max Verstappen rinvia a Suzuka la festa che potrebbe laurearlo Campione del Mondo per la seconda volta consecutiva, chiudendo in settima posizione.

The Night Race, partita con un’ora di ritardo a causa della forte pioggia, vive i suoi momenti più concitati durante le varie neutralizzazioni a causa delle uscite di pista dei piloti e delle varie rotture (casa Alpine fa en plein!), condizionando fortemente l’andamento del Gran Premio. Bandiera a scacchi, come spesso accade in Asia, che coincide col raggiungimento del tempo massimo regolamentare, 2 ore più un giro, non al completamento dei 61 giri previsti.

Il via del SingaporeGp

Al semaforo verde Leclerc parte male, ne approfitta Perez che si porta al comando, da lì in poi i due alfieri di RedBull e Ferrari fanno gara a parte allungando, con Carlos Sainz che comanda il gruppo degli inseguitori. Al primo pitstop Charles rientra prima cercando un undercut sul messicano, ma arriva lungo sulla piazzola e perde più tempo del dovuto.

Dopo le varie ripartenze il monegasco è sempre stato vicino al suo avversario, ma non è mai in grado di compiere un vero e proprio attacco alla vettura numero 11, nonostante abbia guidato al limite per tutta la gara su una pista che non aveva voglia di asciugarsi. La squadra di Milton Keynes ha fornito a Perez una monoposto con una con un assetto perfetto in grado, come sempre, di sfruttare al meglio pneumatici che si vengono mandati in temperatura prima degli avversari nelle tornate susseguenti i vari restart.

11 pole position, solo 4 vittorie per Ferrari, troppo poco.  Al netto di vari problemi tecnici e di strategia, è palese che la vettura di Maranello dopo aver montato pneumatici a mescola media non è stata performante come nel primo stint, difficoltà evidenti a mandare in temperatura le gomme, con un decadimento delle prestazioni nettamente a sfavore. Tutto questo, sommato alla partenza sbagliata di Charles ed al pitstop troppo lungo, causa un errore di valutazione sulla piazzola, ha determinato l’ennesima sconfitta per le rosse.

Carlos Sainz,  Scuderia Ferrari

E non sono mancate  le polemiche da imputare della FIA, nuovamente chiamata in causa per prendere decisioni importanti ancora una volta in ritardo rispetto all’evoluzione del Campionato principe dell’automobilismo sportivo. In una fase di neutralizzazione della contesa, Checo Perez viola il regolamento sportivo alla voce 55.10. In direzione gara prendono tempo, esce la comunicazione che l’infrazione è stata notata e sarà valutata al termine del GP.

Qui scaturisce il primo problema: perché non si decide subito, cosa c’è da valutare e perchè occorre sentire le parti in causa?  Se si è commessa un’infrazione va punita, punto. “L’articolo 55.10 del Regolamento Sportivo FIA Formula 1 prevede che il leader debba mantenersi entro la “distanza” di 10 vettura dalla Safety Car fino allo spegnimento delle luci della medesima; è stato notato che Sergio Perez non sia riuscito a mantenersi  tale limite della Safety Car tra l’uscita della Curva 13 e la Curva 14 nel corso del decimo giro”.

Questa è la nota tecnica diramata dalla FIA, a leggerla così è penalizzazione certa per il pilota messicano, il box Ferrari si apre in radio con Leclerc e lo avvisa di questa infrazione, gli chiedono di stare il più vicino possibile a Perez e provare a mantenere un distacco inferiore ai 5 secondi, prevedendo il minimo della penalità. Il monegasco tuttavia non ci riesce e chiude la gara a 7,5 secondi dal vincitore. La gara termina, il risultato resta sub-judice, e la classifica finale arriva alle 2.00 ora locale, le 20:00 in Italia.

Perez, convocato dai Commissari, viene decretato vincitore del Gran Premio, un risultato meritato visti i valori in pista, ma una gran  tirata di orecchie va fatta al sistema ed alle regole vigenti in Formula 1; non è corretto a mio avviso, visti i precedenti, usare pesi e misure differenti. Per la seconda guida della RedBull arrivano 5 secondi di penalità e 2 punti sulla patente sportiva che non tolgono a Checo il 4 trionfo (3 su tracciati cittadini).

Sergio Perez, Oracle Red Bull Racing

Grande macchina, grande gara, grande vittoria, tutto perfetto per lui che se l’è cavata benissimo nel ruolo di prima guida in questa occasione, Sergio ha resistito alla pressione esercitata da Leclerc per larghi tratti di gara con un’ottima gestione degli pneumatici in ogni fase della stessa. Per il compagno Max Verstappen una gara stavolta in chiaroscuro, in difficoltà a causa del traffico e di un’errata partenza, l’olandese ha recuperato ma non è stato immune da errori che lo hanno penalizzato.  Riesce comunque a racimolare qualche punto ed a chiudere in settima posizione, il bis iridato è sempre più vicino per lui.

Subito fuori dal podio ci sono i due piloti McLaren, con una vettura rivista e corretta nella veste aerodinamica; in P4 chiude Norris seguito da Ricciardo.  Coi due piloti nella Top 10, la squadra di Woking racimola punti pesanti in ottica Campionato Costruttori, la lotta è con Alpine che sotto i riflettori di Singapore non ha portato nessuna delle 2 vetture sotto la bandiera a scacchi, entrambe le monoposto afflitte da problemi meccanici si sono fermate lungo le strade della città-stato, con Alonso al Gran Premio numero 350 della carriera, che stava disputando un’ottima gara, frustrato dall’ennesimo ritiro.

Lando Norris, McLaren F1 Team

In ripresa le Aston Martin che chiudono sesta con Lance Stroll ed ottava con Sebastian Vettel: il tedesco si è arreso all’ultimo respiro all’arrembante finale di gara di Verstappen, poteva essere un risultato migliore per il quattro volte Campione del Mondo, ma visto l’andamento degli ultimi GP si può considerare un risultato più che positivo.

Ci si aspettava invero di più dalla coppia Mercedes: Lewis Hamilton le ha provate tutte per rimanere agganciato a Carlos Sainz, era lì pronto a sfruttare qualsiasi occasione ma un errore gli è costato caro, un dritto lo ha penalizzato, costringendolo a tornare ai box per sostituire l’ala anteriore, riesce a chiudere comunque nono. Gara da dimenticare per George Russell, partito dalla Pit Lane ed autore di diversi pasticci sull’asfalto umido di Marina Bay.

In decima ed ultima posizione utile per agguantare punti iridati chiude Pierre Gasly: la squadra di Faenza aggancia così la Haas in ottava posizione tra i Costruttori, in questa gara le Alpha Tauri hanno presentato delle evidenti modifiche all’anteriore che sembrano lasciar ben sperare per il finale di stagione.

Prossima tappa, Giappone, si torna a Suzuka, un circuito storico che ci ha regalato tanti duelli spettacolari in passato, dopo 2 anni dalla gara che vide Valtteri Bottas vincere su Mercedes nel 2019.

Scritto da Alessandro Rossi

 

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