Jackie Stewart, lo scozzese volante.

“Tutti dicono che il Nürburgring è il loro circuito preferito, ma lo dicono davanti al caminetto di casa. Quando ci corri, non vedi l’ora che sia finito”.

Queste parole appartengono ad un vero e proprio Campione, dentro e fuori la pista, Sir John Young Stewart, detto Jackie, il Campione del Mondo più anziano rimasto in vita.

Nato a Dumbarton l’11 Giugno del 1939, ha le auto nel sangue, suo padre infatti possedeva una concessionaria della Austin ed una della Jaguar. La passione per le corse arriva presto, nel 1961, un cliente di suo padre gli offrì la possibilità di provare delle auto e l’anno successivo, dopo aver girato su una Jaguar E-Type segnando tempi molto interessanti, decise di dedicarsi alle corse in pianta stabile.

Alle prese con le categorie propedeutiche, lo nota un talent scout che insieme a Jackie avrebbe scritto la storia della categoria regina dell’automobilismo: conosce Ken Tyrrell, che gli mette a disposizione una sua vettura, laureandosi Campione di Formula 3.

La svolta arriva nel ’65, debutta in F1 firmando un contratto con la BRM; il suo compagno di squadra non è uno qualsiasi, trattasi di un certo Graham Hill.  Il giovane Jackie cresce bene, ha talento, chiude il suo primo anno tra i big in terza posizione nel Campionato. Nei due anni successivi l’affidabilità della sua vettura lo penalizza molto, sono stagioni difficili senza risultati di rilievo.

Decide quindi di cambiare aria, torna da Tyrrell, che nel 1968 gli mette a disposizione una Matra MS-10 Cosworth.  Il piede c’è, il manico altrettanto, i risultati arrivano, ma dopo essersi fermato per due gare causa infortunio deve cedere il Mondiale a Hill.

Il 1969 è l’anno buono, sempre al volante di una Matra Cosworth dimostra una superiorità schiacciante: vince cinque delle prime sei gare, chiude secondo in Germania e torna sul gradino più alto del podio in Italia. Alla fine dell’anno è Campione del Mondo per la prima volta in carriera.

Il 1970 è un anno di transizione, Ken Tyrrell decide di diventare un costruttore di telai, Jackie ci mette molto del suo e riesce a chiudere l’annata con 3 piazzamenti a podio ed una vittoria.

L’attesa paga molto bene, la stagione successiva debutta la Tyrrell 003, vettura veloce e molto affidabile, le gare in Campionato sono undici, Jackie ne vince sei con numerosi piazzamenti, il secondo titolo iridato è in bacheca.

Pilota costante, ottimo collaudatore che sa calcolare molto bene il rischio, in quegli anni forse una delle caratteristiche più importanti di un pilota, che nel 1972 vede nascere un nuovo sfidante per lo scozzese: Emerson Fittipaldi si laurea Campione del Mondo ai danni di Stewart.

Il sodalizio con Tyrrell continua, andando a conquistare nel ’73 il suo terzo titolo; ma c’è una cosa che turba Jackie, la morte del suo amico e compagno di squadra François Cévert, in circostanze mai del tutto chiarite.

Soprattutto a causa di questo nefasto episodio, Jackie Stewart si ritira dalle corse, da Campione del Mondo: niente e nessuno potrà più batterlo. Ha disputato un totale di 99 Gran Premi, andando a podio in 43 occasioni, cogliendo 27 vittorie, una media straordinaria per l’epoca.

Il pilota scozzese è sempre stato d’esempio e d’ispirazione per tanti aspiranti drivers, ma rappresentava un autentico  incubo per gli organizzatori dei Gran Premi che all’epoca si sono dovuti confrontare con richieste sempre più pressanti da parte di Jackie e dei suoi colleghi.

Stewart si è infatti battuto molto per imporre alla Formula 1 di investire sempre più risorse in soluzioni e iniziative legate alla sicurezza ed al primo soccorso in caso di incidente. È stato tra i pochi a sfruttare la propria influenza di pilota vincente per puntare i riflettori su un argomento a lui molto caro, correndo in un periodo storico in cui la morte era purtroppo parte integrante del motoracing.

Nel 1997 fonda la sua scuderia, la Stewart Grand Prix, tutto questo accompagnato dal figlio Paul. Risultati incoraggianti all’inizio, ma il peso di essere un “costruttore vero”, un’azienda più che un team, si stava facendo sentire sempre di più.

Johnny Herbert (Stewart Ford)

Jackie comprende e accetta la battuta d’arresto, il fallimento del progetto, non vuole finire male, non è nel suo stile e cede quindi la squadra alla Jaguar nel 2000.

Jackie va lodato anche per il suo impegno per il sociale, un vero e proprio SIGNORE.

Tra le varie iniziative fonda la Race Against Dementia, un’associazione creata insieme all’amata moglie Helen che, dal 2014, convive con una diagnosi di demenza frontotemporale. La sua raccolta benefica fonda le proprie basi sulla ricerca ed il progresso in campo medico al fine di cercare una cura per una malattia devastante sia per chi ne soffre che per i familiari.

Un vero Campione è tale sia dentro che fuori la pista.

Scritto da Alessandro Rossi

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

You cannot copy content of this page