Roulette Australiana, polemiche, ripartenze e botti a Melbourne.

Oggi è andato in scena il terzo Gran Premio di stagione, una gara che dovrebbe rimanere sempre in calendario, tappa storica e piena di fascino quella che ha riportato il circus ad Albert Park.

A far parlare di sé non è il Mondiale in quanto tale, ma le ennesime vicissitudini legate alla corsa ed alla sua gestione. Infatti in Formula 1 da tanto, troppo tempo il vero protagonista è il degrado, da quello degli pneumatici a quello in cui è incappata la F1 stessa.

Uno show, uno spettacolo che l’appassionato vero non vuole e non deve vedere, la massa va e viene ma l’amante storico scappa e non torna più, occhio Liberty Media!

A parlare apertamente di questo momento molto particolare per FIA è stata anche una vecchia e titolata conoscenza australiana della MotoGp, Casey Stoner: “Quanto accaduto oggi dovrebbe mettere in imbarazzo la Federazione Internazionale. È stato un casino inutile. Per favore, non dimenticate che questo è uno sport, non intrattenimento. Invece sta passando il concetto contrario”.

Parole che pungono, fanno male al motoracing intero ed agli addetti ai lavori, ma Casey ha detto la verità, firmo e sottoscrivo dalla prima all’ultima parola di quello che ha scritto su Twitter.

Passando alla gara in pista, dopo tre bandiere rosse, due ripartenze, una Safety Car, una Virtual ed infinite discussioni, Max Verstappen vince meritatamente la terza tappa del Campionato, grande seconda posizione per Hamilton mentre un sempreverde Alonso sale sul gradino più basso del podio per la terza volta consecutiva.

Una domenica nerissima per la Scuderia Ferrari: Leclerc subito fuori per un contatto con Stroll dopo poche curve, Sainz chiude dodicesimo causa penalità di 5 secondi prima dell’ultima inutile tornata che ha causato e genererà molte discussioni.

Ci sta, Carlos ha sbagliato, ma la Direzione Gara non può dare 5″ di penalità quando le auto sono ferme nella corsia box sono ed in regime di Safety Car; perché quei secondi pesano troppo, come se fossero 50, in questa modo trattasi di un macigno troppo grande in capo allo spagnolo e su una gara condotta con regolarità, mi viene da dire la migliore dell’anno come prestazione e consumo degli pneumatici.

Quello che fa ben sperare per il futuro è il passo gara di Sainz: figlio del fattore pista oppure di un miglioramento dovuto ad una maggior comprensione della vettura? Sarà l’asfalto di Baku a a dircelo tra 3 settimane, in attesa di nuovi sviluppi alla monoposto di Maranello.

Naturalmente allo stato attuale è impossibile pensare di vedere le rosse la davanti a tutti a dettare il passo, RedBull è troppo forte. Ma di sicuro si può pensare di lottare per posizioni più consone alla Ferrari nelle prossime tappe del Mondiale 2023.

Gli pneumatici, appunto: dopo la prima bandiera rossa abbiamo assistito ai primi Pitstop, tutti o quasi passano alle gomme Hard e quindi, pur anticipando la sosta, si punta ad un Gran Premio con un unico passaggio ai box; le restanti tornate erano molte, ma il basso degrado ed un ritmo conservativo ha consentito a tutti di puntare alla bandiera a scacchi con un solo Pitstop.

La conseguenza è stata un autentico trenino, tutti in modalità gestione pneumatici. Ma come è possibile vedere una Formula 1 che non può spingere, una prestazione vincolata a quanto una Power Unit deve consumare in gara perché il flusso del carburante è controllato?

Sono nostalgico di un tempo che non ho vissuto, forse era meglio quando si chiamava ancora automobilismo e non motorsport.

Sarebbe il caso di cambiare.

Scritto da Alessandro Rossi

Immagini: Nextgen/XPB

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