Storia F1: Lorenzo Bandini

Un pilota universale.

“Io penso che è tutto un destino nella vita, non è soltanto uno che corre in automobile; se uno deve morire, a un certo punto… se è il destino che deve morire quel giorno, muore sia se va a correre in automobile o che non vada a correre in automobile”.

Parole di Lorenzo Bandini, un pilota polivalente, capace di essere competitivo in qualsiasi categoria dell’automobilismo dove ha gareggiato.

Nasce in Libia nel 1935, ma a causa delle sorti del Conflitto Mondiale, torna in Italia e si stabilisce a Reggiolo, frequenta una scuola professionale, ma non contento delle aspettative di vita in Emilia si trasferisce a Milano.

Qui avviene un episodio fondamentale nella vita del pilota italiano: nel 1950 un certo Goliardo Freddi lo assume presso la sua officina, il legame con il suo datore di lavoro divenne molto importante, praticamente “familiare”. Questo perché Margherita, figlia del suo capo, diventò poi la moglie di Lorenzo.

Spinto dal suocero, esordì nel mondo delle corse, i primi risultati non furono dei migliori ma era deciso a non voler gettare la spugna. Infatti due anni dopo il suo debutto arrivò una vittoria molto importante: si aggiudico la Mille Miglia.

Grazie a questo risultato, ottenuto alla guida di una Lancia Appia Coupé, salì alla ribalta del mondo del motoracing, tutti parlavano di lui. 

Nel 1959 debutta alla guida di una monoposto, chiudendo secondo nel Campionato Italiano di Formula Junior. Il sogno è però la Formula 1, lo sfiorò nel 1961 quando Enzo Ferrari decise di dare una chance ad un pilota nostrano emergente, ma alla fine gli venne preferito Giancarlo Baghetti.

Lorenzo Bandini Scuderia Centro Sud 1961

Lorenzo non si diede per vinto e cercò spazio in F1: debuttò infatti nella massima serie nel ’61 al volante di una vettura della Scuderia Centro Sud, poco competitiva ma che tuttavia gli consentì comunque di mettersi in mostra.

Grazie alla sua combattività, Enzo Ferrari decise di dargli finalmente una possibilità, offrendogli un’accordo per la stagione seguente con la Scuderia del Cavallino Rampante.

La sfortuna volle che la “Rossa” in quella stagione fosse poco competitiva, inoltre il “Drake” non lo schierò in tutti i Gp, ma solo in tre, preferendogli altri piloti: il suo miglior piazzamento fu uno splendido terzo posto al Gp di Monaco.

Il talento c’era, ma le possibilità furono poche anche l’anno successivo, quando venne impiegato a gettoni racimolando zero podi, sei punti con tre quinti posti, arrivando decimo in Campionato. Le doti velocistiche erano comunque indiscutibili, tanto che in coppia con Ludovico Scarfiotti si aggiudicò la 24 Ore di Le Mans al volante di una Ferrari 250P: una vittoria strameritata.

24 Ore di Le Mans Ferrari 250P 1962

Il Commendatore decise di dargli spazio, impiegandolo a tempo pieno come secondo pilota; le prime gare si rivelarono deludenti, migliorò nella seconda parte di stagione, tanto da riuscire a raggiungere la prima vittoria, l’unica per lui, sul circuito di Zeltweg.

Il 1965 si apre con la vittoria della Targa Florio in coppia con Nino Vaccarella, le corse a ruote coperte vanno alla grande, diversamente dalla Formula 1: in due anni solo tre podi durante stagioni complicate per la Scuderia di Maranello.

Nella stagione 1967 si cerca di dare una svolta: l’anno comincia bene con i trionfi alla 24 Ore di Daytona ed alla 1000 Km di Monza, entrambe vinte in coppia con Chris Amon. 

Ci si aspetta molto anche in F1, si arriva sul circuito di Montecarlo: Lorenzo è subito lì davanti, parte in P2 ma già al via si porta in prima posizione. Jack Brabham, afflitto da problemi al motore, lascia olio in pista, Bandini si gira ed è costretto a cominciare un forsennato recupero. Al giro 82 sbagliò traiettoria alla chicane del porto, sbattendo contro una bitta di ormeggio, la vettura si capovolse e prese immediatamente fuoco.

I soccorsi tardarono ad arrivare, in quanto erano convinti che il pilota fosse fuori dall’auto, scaraventato in acqua come Alberto Ascari. Invece no, Lorenzo era a bordo, avvolto dalle fiamme.

Morì a causa delle ferite riportate il 10 Giugno 1967, tre giorni dopo quel terribile incidente.

Uno dei piloti più abili.

Scritto da Alessandro Rossi

Foto by: Automobile Hystoric

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