Verstappen, Dominus Maximo.

Max Verstappen vince il Gran Premio del Giappone, disputato sulla mitica pista di Suzuka. L’olandese fa bottino pieno nel paese del Sol Levante, laureandosi Campione del Mondo per la seconda volta consecutiva, il tutto spinto e sotto gli occhi di Honda che festeggia a casa propria.

Secondo al traguardo è Charles Leclerc, mai in gara con una Ferrari in difficoltà con gli pneumatici, retrocesso poi in terza posizione per taglio chicane sotto bandiera a scacchi.

Il secondo gradino del podio è di Sergio Perez che completa una doppietta RedBull. Una gara pazza disputata sul bagnato, circa 40 minuti di GP o poco più, il tempo massimo ha infatti bloccato la gara al giro 28.

 C’è una cosa però che sta regnando sovrana in Formula 1 da tanto, troppo tempo: non è l’indiscusso dominio di Max, ma la confusione che viene generata dai manovratori in ogni situazione, figlia di eventi che nemmeno mamma FIA riesce a gestire, nonostante i regolamenti pensati e scritti medesima.  Questa situazione va assolutamente rivista alla svelta, per il bene dello sport e degli appassionati.

Al via la quasi totalità dei piloti monta pneumatici intermedi, ma la pista pista è completamente allagata. Leclerc, partito in seconda posizione ha la meglio su Verstappen, il quale riesce tuttavia a resistere ed è autore di un sorpasso sul monegasco all’esterno di Curva 1-2; poche centinaia di metri e si intuisce che il dominio dell’olandese sarà assoluto: mattatore e dominatore Max, in lungo ed in largo.

Dietro si crea un po’ di scompiglio, i piloti inondati da nuvole d’acqua che sollevano le vetture non vedono nulla, per tenersi fuori dai guai Carlos Sainz prova una traiettoria diversa ma la sua rossa #55 va in acquaplaning e ne perde il controllo, finendo contro le barriere e pericolosamente a rischio impatto con chi lo segue.

Out anche Alexander Albon, la direzione gara per non correre rischi ferma la contesa al giro 3, quando si era già in regime di Safety Car per gli incidenti occorsi.

Qui annotiamo il primo fattaccio: è negli occhi di tutti noi l’incidente mortale di cui fu protagonista Jules Bianchi nel 2014, medesimo scenario e stessa pioggia.

E si replica la stessa negligenza, in pista per recuperare le vetture entrano 2 trattori, un grave rischio per i piloti e cosa evidentemente senza logica. In mezzo a tanta acqua è impossibile vedere se non a pochi metri dal mezzo meccanico che stava operando il suo lavoro. Evidentemente l’esperienza ci ha insegnato poco, non si può agire in questa maniera criminale.

Va fatto un grande plauso ai tifosi giapponesi, hanno resistito stoicamente sotto una pioggia torrenziale sperando di vedere il Gran Premio o parte di esso; donne, bambini, tutti presenti sugli spalti per esultare e sostenere i loro idoli.

Dopo circa 2 ore si decide di far ripartire la gara in regime di Safety Car e con pneumatici full wet per tutti; dopo qualche giro la vettura di sicurezza rientra lanciando la bagarre in pista, Max non sembra allungare, per le prime tornate Leclerc è lì, seguito da Perez.

Dopo qualche giro le gomme di Charles non rendono più come all’inizio, il monegasco cerca di difendere la posizione in tutti i modi, ma nulla può contro Verstappen che è stato il vero e proprio dominatore della gara, di un altro pianeta.

Una gara condotta indisturbato ed in assoluta solitudine, arrivando ad accumulare un vantaggio di circa venti secondi, un vero e proprio abisso se guardiamo quanti giri siano stati percorsi in totale causa maltempo.

Gli altri disputano un mini-GP a parte, Charles cerca di difendersi da Perez, ci riesce benissimo con una Ferrari che non riesce a gestire bene gli pneumatici, sino alla chicane finale. Durante l’ultimo giro, infatti, il monegasco perde il controllo dell’anteriore della sua monoposto, va lungo e rientra in pista davanti a Perez.

Riesce a mantenere la sua posizione senza creare intralcio al messicano, ma viene investigato dalla direzione gara e subito sanzionato con una penalità di 5 secondi. Altro caos FIA, che utilizza due pesi e due misure a seconda degli episodi da giudicare: così non va bene.

L’episodio può essere equiparato a quello di Vettel-Hamilton di qualche stagione addieto: in quel caso Sebastian aveva un angolo volante molto aperto e rientrando in pista intralciò la marcia di Lewis.  In questo caso no, Sergio non era nemmeno appaiato a Charles, ma leggermente dietro.

Nell’ordine delle cose, a mio personale avviso, quanto accaduto a Perez a Singapore è stato sanzionato in maniera marginale; in Giappone la Ferrari ha pagato dazio. Sul circuito di Marina Bay è stata sollevata come parziale scusante la difficoltà della pista, ma in Giappone la situazione non era di certo migliore.

La FIA deve essere chiara, trasparente, imparziale, non si possono avere pesi e misure differenti in situazioni similari, soprattutto se i precedenti ci sono.  Spero che le cose cambino da qui in avanti, anche su queste cose.

Il terzo episodio negativo di giornata coincide con la festa di Max per il secondo titolo consecutivo.

Nulla da eccepire sulla sua prestazione a Suzuka e sulla stagione trionfale intrisa di successi: sin dal suo debutto in Formula 1 si è dimostrato veloce, irruente, talvolta esagerato nelle lotte ravvicinate.

Ora è sempre più veloce, ma costante, sicuro di stesso al volante di una vettura che riesce a calzare come un guanto, con prestazioni sempre superlative in ogni condizione di gara.

Un grande BRAVO MAX, ma la confusione che si è creata intorno a te non la meritavi proprio: arrivi alla bandiera a scacchi con l’ennesimo distacco abissale, ti intervistano e ti dicono che per via del punteggio dimezzato non sei ancora ufficialmente Campione del Mondo, ma potresti diventarlo facilmente nell’appuntamento successivo di Austin.

Nel retro podio poco dopo l’alloro iridato ti viene concesso, questo perché si capisce che vengono assegnati pieni punti, 25 infatti, poichè la gara non si è conclusa anzitempo, non è stata interrotta ma  si è raggiunto il tempo massimo di 2 ore!! Max Verstappen è Campione del Mondo.

Bravo Max, ma la Federazione? Riesce ad incartarsi ed inciampare sui regolamenti pensati e scritti di proprio pugno, nati da lunghi ragionamenti.

Ma creando un mare di complicazioni assurde ad ogni piè sospinto, laddove chi li deve applicare vi si perde troppo spesso, allegramente.

Oltre al danno anche la beffa, oserei dire. Semplificare, semplificare perchè si sta degenerando sempre di più e rovinando un Gp e gli altri pure una F1 che fortunatamente in pista regala spesso spettacolo.

Scritto da Alessandro Rossi

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