Il Fu Mattia Binotto.

ll tecnico italiano non sarà più il Team Principal della Scuderia Ferrari, il suo mandato termina il 31 Dicembre 2022.

La notizia è di questa mattina, non sorprende affatto la decisione presa dai vertici della casa di Maranello che con un comunicato stampa conferma quello che era nell’aria già da tempo, in quanto anticipato dai giornalisti de La Gazzetta dello Sport.

“La Ferrari annuncia di aver accettato le dimissioni di Mattia Binotto, che il 31 dicembre lascerà il suo ruolo di Team Principal della Scuderia”.

Benedetto Vigna ha commentato: “Desidero ringraziare Mattia per i numerosi e fondamentali contributi nei 28 anni passati in Ferrari, ed in particolare per la sua guida che ha portato il Team ad essere di nuovo competitivo nella scorsa stagione. Grazie a questo, siamo in una posizione di forza per rinnovare il nostro impegno, in primo luogo per i nostri incredibili fans in tutto il mondo, per vincere il più importante trofeo nel motorsport. Tutti noi della Scuderia e nella piu vasta comunità Ferrari auguriamo a Mattia tutto il meglio per il futuro”.

Il Tp ha dichiarato: “Con il dispiacere che comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con Ferrari. Lascio un’azienda che amo, della quale faccio parte da 28 anni, con la serenità che viene dalla convinzione di aver compiuto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Lascio una squadra unita ed in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, per ottenere i massimi traguardi, alla quale auguro ogni bene per il futuro”.

“Credo sia giusto compiere questo passo, per quanto sia stata per me una decisione difficile. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficolta ma anche di grandi soddisfazioni.”

Inizia ora il processo per identificare il nuovo Team Principal della Scuderia Ferrari, il prescelto potrebbe passare i cancelli di Maranello come strenna natalizia.

Tutto questo mi fa pensare molto: vista la mia passione per la Scuderia e per il mondo dell’automobile in generale. C’è un errore di forma nel comunicato, più che “accetta le dimissioni” avrei scritto “costretto a dare le dimissioni”, lasciato solo nel suo lavoro a causa di una società assente, più attenta alle strategie di borsa che alle sorti di una Scuderia che è parte integrante delle corse automobilistiche.

“La macchina da corsa è come un figlio per me, egli infatti è la continuità di noi stessi. Lei lo porta a scuola, il giorno che riesce negli studi ed è il primo della classe, voi siete contento, orgoglioso del proprio figlio. Capita questo anche ad un costruttore, realizzando, trasformando una materia informe, dei forgiati, in una meccanica vivente, in un’armonia di suoni”.

Parole poetiche, di uomo, il grande Enzo, che da una piccola officina ha creato qualcosa di eccezionale ed irripetibile: dov’è questo spirito, l’amore per l’automobile, l’ossessione per il successo, nel management Ferrari??

Sparito, ma soprattutto, un’azienda importante, non sostituisce mai un capo senza essere certa che chi lo sostituisce sia meglio di chi lo ha preceduto. Proviamo ad immaginare che il Cda di Apple mandi via Tim Cook, senza avere una valida alternativa tra le mani: sarebbe una scelta illogica.

Forse si è capito che non sono favorevole a questo passaggio di consegne, anche perché il passaggio vero e proprio non c’è, non è stato scelto il suo successore, non avendo a disposizione un vero e proprio identikit della persona “tipo”. Poi, chi la sceglie, gli stessi che stanno distruggendo tutto??

Mattia diventa Team Principal nel 2019, in stagioni di poche luci e tante ombre; una Ferrari azzoppata prima dall’accordo segreto con la FIA sulla Power Unit, poi dai blocchi sugli sviluppi per gli anni successivi.

Si punta direttamente sul nuovo regolamento entrato in vigore ad inizio 2022, un barlume di luce in fondo al tunnel si accende di rosso, la F1-75 nelle prime gare è competitiva, poi questa luce si spegne, con essa i sogni iridati di piloti ed appassionati.

Tutta colpa di Binotto? Decisamente no, forse il suo errore più grande è stato quello di non forzare la mano sulla norma che da metà stagione ha portato un bel po’ di grattacapi agli uomini in rosso.

Ma se la vettura fosse stata competitiva saremmo stati in grado di vincere il Campionato?? La risposta a mio avviso è no, perché era l’intera squadra a non essere pronta per vincere, dai piloti al Race Team, ma Charles Leclerc deve essere il faro su cui puntare per il futuro, avrà bisogno anch’egli di crescere ma ha tutte le carte in regola per farlo.

Il Race Team ha sbagliato, Mattia ha protetto la squadra, si è sobbarcato tutte le brutte figure, ma non possiamo paragonare un team di Formula 1 ad una squadra di calcio laddove allena uno solamente ma giocano in 11.  In F1 la Ferrari porta 100 persone ai Gp, ma la vettura la guida un pilota soltanto, uno è quello che vince.

Questo perché per vincere c’è bisogno che tanti tasselli si incastrino nel posto giusto, dalla comunicazione che è diventata sempre più importante, ai tecnici che si occupano di monitorare i costi relativi al regolamento finanziario.

I successi di RedBull e Mercedes ci insegnano che le vittorie arrivano grazie alla continuità, in Ferrari si cambia il capo della GeS troppo spesso, io avrei dato un’altra chance a Binotto, avrei fissato una data, il 15 Agosto 2023, per poi valutare il tutto.

Adesso si cambia, senza una persona alla guida del gruppo, con una vettura che sta già nascendo ed una squadra senza identità; bisognerà lavorare molto in Ferrari, con la consapevolezza che gli errori, brutti, bruttissimi ,fatti quest’anno possono ripetersi nuovamente, anche con un Team Principal diverso, se gli uomini al muretto rimangono gli stessi.

Voglio bene alla rossa, la mia è una delusione di chi la pensa diversamente, ma che crede che si sarebbe fatto prima a correggere gli errori passati inserendo persone di rilievo, invece che a ricominciare da capo con gli stessi errori di prima.

Come la Ferrari auguro a Mattia un ottimo futuro, con la consapevolezza che ce lo ritroveremo sui campi di gara, questa volta da avversario, come è già accaduto in passato con altri transfughi da Maranello.

Ridateci la rossa che conosciamo, quella fatta di gente che diceva “da Ferrari ci si va a piedi”, parole di Giampaolo Dallara, non quella fatta di gente che non ne vuole sapere nulla, pur di non entrare in una piazza troppo bollente come quella modenese di questi tempi.

Scritto da Alessandro Rossi

Foto: ©HasanBratic

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