6 ORE DI PORTIMAO, L’ANALISI DELLA GARA.

La Toyota GR010 Hybrid #8 dell’equipaggio Buemi, Hirakawa e Hartley trionfa nella 6 Ore di Portimao dominando agevolmente l’intera corsa e portandosi in testa al Mondiale Endurance dopo due gare. Podio in classe Hypercar completato dalla Ferrari 499P #50 e dall’ottima Porsche 963 #6. In classe LMP2, doppietta United Autosports mentre in classe LMGTE Am seconda vittoria di fila per la Corvette.


La gara è stata estremamente più interessante e combattuta rispetto alla 1000 Miglia di Sebring, ma alla fine, come da pronostico, è stata sempre la vettura di casa Toyota a primeggiare.

Vincere meritatamente, senza incappare in problemi ed attuando una strategia impeccabile. Sebastien Buemi, Ryo Hirakawa e Brendon Hartley hanno chiuso la corsa completando 222 giri e con un giro di vantaggio rispetto alle rivali.


La vittoria della Toyota #8 è stata però sicuramente semplificata dall’uscita di scena della gemella #7 nelle prime fasi della contesa per un problema ad un sensore FIA che ha portato all’obbligata sostituzione dell’intero driveshaft anteriore a termini di regolamento. Questo ha fatto perdere circa una decina di minuti nei box che si sono tradotti in 7 giri di distacco dalla testa della corsa, e che di fatto ha precluso ogni possibilità di vittoria o podio.


In seconda posizione troviamo la Ferrari 499P #50 di Fuoco-Molina-Nielsen. L’equipaggio Ferrari si è imposto questa volta come “il migliore degli altri”, migliorando il terzo gradino del podio conquistato a Sebring.

La gara della vettura di AF Corse non è stata del tutto perfetta, ma sicuramente il passo sulla lunga distanza ed il lavoro durante le soste ai box e nel garage sono decisamente migliorati rispetto al primo round del FIAWEC, e ciò ha permesso alla vettura di mettere pressione alla Toyota leader e rimanere in corsa per la vittoria per oltre 5 ore.

Anche in questo caso però è stata la vettura gemella ad lamentare noie meccaniche. La #51 ha dovuto affrontare una difficile gara a causa di un problema ai dischi dei freni, iniziato durante lo stint di Antonio Giovinazzi con un difetto al sistema brake-by-wire e proseguito nel finale con Pier Guidi al volante, che è riuscito comunque a portare eroicamente la vettura al traguardo in sesta posizione.

A completare il podio in terza posizione finalmente troviamo una Porsche. La 963 #6 della casa di Stoccarda ha chiuso un weekend di gare che entrerà sicuramente nella storia per marca tedesca: dopo la prima vittoria assoluta in IMSA sul circuito cittadino di Long Beach il sabato, la domenica è arrivato anche il primo podio nel WEC. Tutto questo non fa altro che aumentare la sicurezza del team di Roger Penske per il futuro.

I miglioramenti rispetto a Sebring sono stati molto importanti ed evidenti, ma i problemi non hanno risparmiato le due vetture della squadra teutonica. A colpire entrambe le 963 è stato un problema allo sterzo (power steering), gestito nel migliore dei modi sulla #6, mentre la #5 è stata costretta a lunghe riparazioni ai box, anche per un ulteriore problema elettronico sempre legato allo sterzo. Alla fine, la #5 si è classificata decima ed ultima in classe Hypercar.

Appena fuori dal podio in quarta posizione, come a Sebring, la seconda LMDh presente nella classe Hypercar, la Cadillac V-Series.R #2. Rispetto all’esodio in Florida tuttavia la vettura americana è sembrata un po’ più in difficolta per quanto riguarda la performance, e non è quasi mai riuscita né a impensierire Toyota, né i suoi diretti inseguitori.

Ci sono però un paio di punti interessanti che possono far sorridere il team a stelle estrisce. Uno su tutti riguarda l’affidabilità della vettura.

Cadillac è per ora l’unica Hypercar a non essere incappata in alcun problema meccanico o in nessun incidente di gara, denotando quindi una buonissima affidabilità sul lato vettura. Il secondo punto invece prende in considerazione il degrado degli pneumatici.

Rispetto alle rivali, la V-Series.R sembra essere molto più “gentile” sulle proprie gomme, “permettendosi” di effettuare doppi stint con le stesse coperture. Come già analizzato a Sebring, l’incognita relativa al degrado gomme è più che mai quest’anno un fattore decisivo nei risultati finali di gara.

Chiudiamo con l’ultimo grande marchio presente nel WEC: Peugeot. Iniziamo dicendo che la strada è ancora lunga e la competitività deve essere ancora raggiunta in pieno dalle due 9X8. Allo stesso tempo però, c’è da fare grossi complimenti al team transalpino, perché dopo i drammatici problemi patiti a Sebring, finalmente entrambe le vetture sono riuscite a completare la corsa senza alcun problema né all’ibrido né al cambio.

La #93 ha avuto dei problemi allo sterzo prima della partenza, costringendo il team a delle riparazioni last minute. Infine la vettura è partita dai box attardata di un paio di giri. La #94 ha chiuso nella Top Five, mentre la #93 è riuscita egregiamente a recuperare fino alla settima posizione.

Questo risultato ha due significati: uno è che le modifiche al cambio portate in pista a Portimao hanno avuto il loro effetto, l’altro è che la strada intrapresa da Peugeot è quella giusta, d’ora in avanti ci dovranno essere solo dei miglioramenti in positivo per le due 9X8.

In classe LMP2 a vincere è stata la #23 di United Autosports, con la gemella #22 seconda e la #41 del Team WRT di Robert Kubica in terza posizione. Come al solito la lotta tra le Oreca 07 è stata tiratissima sino all’ultimo.

Decisivo è stato l’ultimo round di pitstop che ha favorito l’equipaggio #22 di Jarvis-Pierson-Van der Garde ai danni della #63 del Team Prema che ha chiuso la corsa in quarta posizione. A completare il quintetto d testa in classe LMP2 la #48 del Herzt Team JOTA che, come annunciato, tra due settimane a Spa correrà nella classe regina con la nuovissima Porsche 963.

Anche tra le GT la gara si è decisa praticamente alle ultime tornate. Ad imporsi è stata ancora una volta la Corvette di Keating-Catsburg-Varrone, con la Ferrari #83 in seconda posizione e l’equipaggio #85 tutto femminile delle Iron Dames sul terzo gradino del podio, dopo una lunga battaglia proprio con la 33 per gran parte della 6 Ore lusitana.

Scritto da Leonardo Sofia

Foto di Alessandro Sala

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