Ultime riflessioni sul primo Round del Mondiale WEC in Qatar.

La Qatar 1812 Km sul circuito di Lusail, con le sue 9 ore, 56 minuti e 335 giri, è stata per il WEC la terza gara più lunga per distanza, escludendo ovviamente la 24 Ore di Le Mans e Sebring la passata stagione.

Senza troppe interruzioni, Virtual Safety Car o bandiere rosse, la corsa è filata via molto tranquilla.  Questo non ha precluso però le lotte in entrambe le classi, maggiormente tra le Hypercar, ma anche nella nuova classe LMGT3 che faceva il suo debutto assoluto quest’anno.

Debutto è stato anche per una gran parte dei piloti presenti sulla griglia tra i diversi equipaggi.  Si contavano infatti circa 30 nuovi piloti tra le due classi che hanno partecipato per la loro prima volta ad una gara WEC.

Questo dato si riflette anche sulle penalità che sono state inflitte nel corso della settimana del Qatar, tra Prologo e 1812km.  Quasi la totalità degli iscritti ha per l’appunto ricevuto almeno una penalità per track limits o per altre infrazioni regolamentari (32 vetture su 37).

La doppia vittoria Porsche nelle classi Hypercar e LMGT3 ha ricordato seriamente il livello competitivo della marca di Stoccarda.  Dopo un primo anno difficile nel Campionato Mondiale Endurance, le Porsche 963 paiono finalmente aver trovato la quadra.

Se a ciò aggiungiamo anche la professionalità e l’esperienza con cui Penske Motorsport ha sempre affrontato le gare, possiamo affermare che il loro primo trionfo sarebbe arrivato quasi sicuramente e che di fatto era solo questione di tempo.

Porsche è diventato così il quarto costruttore in Hypercar a vincere una gara nel WEC, dopo Toyota, Ferrari ed Alpine (il marchio francese aveva vinto un paio di gare nella stagione 2022 con la Alpine A480 LMP1 riconvertita in Hypercar).

I sorrisi per Porsche non si limitano però solamente alle due vetture ufficiali di Penske.  Grandissime prestazioni sono arrivate dagli inglesi di Hertz Team JOTA; loro sono stati tra i primi ad utilizzare privatamente una Porsche 963, debuttando nel 2023 e facendo registrare come miglior piazzamento un quarto posto nell’ultima gara di stagione in Bahrain.

Il round di apertura 2024 in Qatar ha regalato finalmente il primo podio, con il secondo posto ottenuto dalla No.12 di Ilott, Nato e Stevens.  Oltre al podio, si sono viste buone prestazioni nel corso della gara, dal punto di vista del passo, della velocità e della strategia.

Entrambe le vetture (No.12 e No.38) hanno lottato per le posizioni di testa.  Purtroppo, la #38 è stata fermata da un problema all’ibrido a poche ore dalla fine.

Questione BoP.

Osservando il passo medio di tutte e 19 le vetture si può concludere che la gara vista nel Golfo Persico sia stata tutto sommato equilibrata in termini di performance.  Certamente sarà necessario qualche piccolo aggiustamento per Imola, ma i risultati visti in pista rispetto al BoP non sono drammatici come qualcuno potrebbe pensare.

La superiorità che ha dimostrato Porsche è stata resa possibile (e probabilmente è stata accentuata) sia dal tracciato stesso di Lusail, che meglio si è adattato allo stile di guida della 963, sia da una corsa tutt’altro che perfetta e pulita da parte dei principali rivali, ossia Ferrari e Toyota.

Per esempio, il passo della Ferrari 499P #50 è stato molto costante anche se più lento rispetto alle Porsche 963.  Di fatto sarebbe stato possibile per Fuoco, Molina e Nielsen lottare per un piazzamento migliore, a ridosso del podio se non addirittura per il podio stesso.

Discorso simile si potrebbe fare sia per la Ferrari #83 di AF Corse che per la Cadillac #2 di Chip Ganassi.

Tra le particolarità che le 10 ore di gara hanno presentato, si è capito molto bene come Porsche abbia trovato un punto di forza nella gestione gomme: nello specifico la 963 riesce a mandare in temperatura ottimale gli pneumatici meglio e più velocemente rispetto agli altri.

È fondamentale infatti riuscire a fare ciò per poi avere meno difficoltà nel corso dello stint o quando si effettuato i doppi stints.  Questo era un punto di forza della Toyota GR010 Hybrid, che pare avere smarrito all’improvviso.

Molto probabilmente è stata qui l’unica nota negativa del Balance of Performance di questo weekend: il peso elevato delle due vetture giapponesi ha reso difficilissimo per i piloti gestire le gomme al meglio.

Alla luce di ciò, nelle prossime gare, nei circuiti come Imola o Spa, sarà poco probabile assistere ad un dominio così.

Il grafico mostra i passi medi delle Hypercar, da sinistra a destra in ordine di arrivo finale.

Prossimo appuntamento per il Mondiale di Resistenza il 21 aprile in terra italiana ad Imola, casa di tre dei costruttori presenti quest’anno nel WEC e che esordisce in calendario: Ferrari, Lamborghini ed Isotta Fraschini.  L’autodromo emiliano sarà il quindicesimo circuito differente ad ospitare una gara del Campionato Endurance.

E nessuna preoccupazione organizzativa: non ci saranno più ritardi o rinvii nella gestione logistica, tutto quanto verrà infatti spedito tramite trasporto aereo, evitando gli inconvenienti via terra o mare verificatisi in Medio Oriente.

Scritto da Leonardo Sofia

Foto: ©AlessandroSala

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