Indycar – Firestone Grand Prix of St. Petersburg. Vince Newgarden.

Josef Newgarden vince a St. Petersburg la prima gara stagionale dell’Indycar.  Il pilota della #2 di Penske ha dominato fin dalle Qualifiche, conquistando la Pole Position il sabato e rimanendo al comando per 92 dei 100 giri totali domenica.

Hanno completato il primo podio della stagione la Arrow McLaren #5 di Patricio O’Ward in seconda posizione e sul gradino più basso Scott McLaughlin sulla #3 di Penske.

Comincia nel migliore dei modi la caccia al terzo titolo per il pilota del Tennessee.  Giunto così al suo terzo trionfo in carriera sul circuito cittadino della Florida, Josef Newgarden ha commentato la gara dicendosi estremamente soddisfatto per il risultato suo e della squadra.

Il duo volte Campione Indycar si è trovato a suo agio con la sua Dallara DW12 per tutto il weekend e si è detto molto contento per i progressi ottenuti in alcune aree critiche della scorsa stagione.

Grande festa anche per “Il CapitanoRoger Penske, che mette così a segno una sua personale tripletta.  Le vetture di Penske hanno infatti trionfato nelle prime gare stagionali di IMSA (24 Ore di Daytona), WEC (1812 Km del Qatar) ed Indycar.

Per quanto riguarda la lotta costruttori tra Chevrolet e Honda, è stato il colosso americano a monopolizzare le prime posizioni della classifica, finendo davanti con le tre vetture di Team Penske e con quella di Arrow McLaren.

Prima vettura Honda è stata solamente quella di Colton Herta di Andretti Global che ha chiuso al quinto posto.

La gara

Una gara molto tranquilla fin dalle prime fasi di partenza, senza incidenti e con giusto qualche piccolo contatto nel gruppone centrale.  Solamente la vettura #45 di Christian Lundgaard ha riportato un foratura allo pneumatico posteriore che lo ha costretto al rientro ai box per la sostituzione della gomma e che lo ha trascinato in fondo allo schieramento.

Una volta stabilizzate le posizioni dopo i primi giri, la principale strategia e chiave dell’intera gara è stata senza dubbio il risparmio carburante. Anche per questo nelle tornate iniziali si sono visti pochissimi sorpassi in pista, con tutti e 27 i piloti che hanno preferito accodarsi e non rischiare danni.

La #2 di Josef Newgarden ha così mantenuto il comando della corsa con un distacco di 1.5 secondi nei confronti della #60 di Felix Rosenqvist in seconda posizione e con circa 4 secondi di vantaggio sulla #26 di Colton Herta e sul resto del gruppo alle sue spalle.

La prima neutralizzazione è arrivata al giro 27 ed è stata provocata dalla #11 di Marcus Armstrong.  Il giovane pilota neozelandese di Chip Ganassi Racing ha perso il controllo della sua Dallara in frenata di Curva 10, andando con il posteriore a muro e rompendo la sospensione.

Con le bandiere gialle esposte, tutti sono rientrati per effettuare la prima sosta, tranne Lundgaard che è rimasto fuori e ha preso il comando momentaneo della gara.  Durante questa prima finestra di soste ai box, un pit stop lento da parte di Newgarden ha permesso sia a Rosenqvist che a Herta di superare il pilota americano della #2 di Penske.

Alla ripartenza al giro 31 Newgarden è riuscito a riprendersi la terza piazza ai danni di Herta e al giro 33 anche la seconda posizione superando Rosenqvist.  Subito dopo lo svedese di Meyer Shank Racing ha perso anche la terza posizione ai danni di Patricio O’Ward scivolando in quarta posizione, con McLaughlin ed Herta a completare la Top 6.

La seconda neutralizzazione della gara è arrivata al giro 35, quando la vettura #41 di Sting Ray Robb è uscita di pista andando lunga in Curva 1 per un problema ai freni.  Dopo il pit stop di Lundgaard, Newgarden ha ereditato il primo posto che non avrebbe più lasciato fino alla bandiera a scacchi.

Alla seconda ripartenza al giro 38 nuovamente la strategia adottata da tutti è stata quella del risparmio carburante, con pochi sorpassi e con tutti in fila indiana.  Giunti a metà corsa la graduatoria si era mantenuta uguale, con Newgarden che conservava un distacco di circa 1.2 secondi su O’Ward, mentre dietro seguivano Rosenqvist a 2.2 secondi, McLaughlin a 3.8, Herta a 4.7 secondi ed Ericsson a 6.4 secondi.

Al giro 65 sono stati effettuati gli ultimi pit stop, che però hanno mantenuto ancora una volta invariata la classifica fino all’ultima caution alla tornata 69.

A provocare l’ultima interruzione del GP è stata di nuovo una vettura di Chip Ganassi, con la No.8 di Linus Lundqvist che si è ritrovata contro le barriere in seguito ad un contatto con la vettura No.77 di Romain Grosjean.

Al francese è stata in seguito inflitta una penalità di drive through per la sua manovra, che lo ha relegato al ventunesimo posto.  Grosjean non è riuscito nemmeno a concludere la gara a causa di un problema alla trasmissione, cha ha costretto al ritiro della vettura di Juncos Hollinger Racing.

Durante l’ultimo restart al giro 73, Newgarden ha mantenuto la prima posizione incrementando giro dopo giro il suo vantaggio e involandosi sempre più sicuro verso la vittoria.

Dietro O’Ward è riuscito a difendersi dagli attacchi degli arrembanti alfieri Penske, Scott McLaughlin e Will Power, che con gomme più morbide sono riusciti a sbarazzarsi di Rosenqvist scivolato prima al sesto posto e poco dopo al settimo per il sorpasso del Campione in carica Alex Palou.

Conclusioni

La gara a St. Petersburg, prima del Campionato 2024, ci può dire ancora poco si chi può presentarsi come reale pretendente alla conquista del titolo. Sicuramente le tre vetture di Penske con Newgarden, McLaughlin e Power hanno le carte in regola per trovarsi lì a giocarsi la vittoria.

Al contrario il weekend di Chip Ganassi Racing è stato tutt’altro che buono, considerando la caratura del team.  Gara molto in ombra per il Campione uscente Alex Palou.

Il pilota spagnolo non ha brillato in Qualifica ed in gara è riuscito a rimontare fino al sesto posto.  Forse a causa dell’ancora poca confidenza con la sua Dallara, ci si deve aspettare molto di più da uno dei più veloci piloti in griglia.

Scott Dixon ha chiuso una gara anonima in un’altrettanta anonima P9.  Incidenti per Marcus Armstrong e Linus Lundqvist, con il primo dei due ritirato e il secondo che ha chiuso in P23 e con tre giri di ritardo.  Leggera nota positiva l’esordio in P14 di Kyffin Simpson, tra i rookie quello che si è piazzato meglio.

Felix Rosenqvist poteva essere la sorpresa del GP.  Lo svedese sembrava avesse il passo per poter lottare per la vittoria o almeno per un posto a podio con la sua Meyer Shank Racing.  Nonostante la prima fila in Qualifica, un passo gara non all’altezza di quanto mostrato durante le prove libere lo ha relegato solamente al settimo posto finale.

Buone cose si sono viste infine dalle tre vetture di Arrow McLaren. Patricio O’Ward ha chiuso a podio al secondo posto, Alexander Rossi è riuscito a rimontare fino all’ottava piazza mentre l’esordio di Callum Ilott si può dire sufficiente con la sua P13 finale.

Il potenziale nella squadra e nei piloti c’è, bisogna solo metterlo in pratica per poter lottare contro Penske e Ganassi.

Scritto da Leonardo Sofia

Foto: Indycar – Team Pics

 

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