Shangai, Max…imum attack!

La corsa che ha segnato il ritorno della F1 sul circuito di Shangai non ci ha regalato alcuna sorpresa, se non la riproposizione stessa in calendario di questo appuntamento, che parecchi duelli ha ospitato nel recente passato.

A vincere, ancora una volta sono Max Verstappen e la RedBull Racing, una gara dominata in lungo ed in largo che ha fatto da contorno ad un weekend perfetto, il Campione del Mondo in carica è nella sua “comfort zone” da qualche stagione oramai, la simbiosi con la monoposto messagli a disposizione dal team di Milton Keynes è sotto gli occhi di tutti, creando una supremazia tecnica e umana con pochi precedenti.

Alla fine l’unico rimprovero è non aver assistito ad una gara lineare, abbiamo visto un distacco non veritiero a causa delle diverse neutralizzazioni, altrimenti il dominio sarebbe stato ancora più imbarazzante.

Mi aspettavo una Ferrari nel ruolo di principale inseguitrice, essendomi abituato ad una SF-24 in grado di essere ben bilanciata e reattiva appena messa in pista al venerdì, su un tracciato di cui mancavano riferimenti con le odierne vetture ad effetto suolo, magari una sorpresa in stile Gran Premio di Australia non sarebbe piaciuta.

Alla fine la corsa ci ha regalato tutt’altro, non solo non si è potuto lottare per le posizioni più nobili, ma ci sta, vista la maestosità della RB20.

Ma non c’è stato nemmeno il passo per chiudere come “primi degli umani”; il primo stint di Charles Leclerc ci ha lasciato sperare, ma con le Hard e una macchina più scarica è stato un vero disastro: impossibile mettere gli pneumatici nella giusta finestra operativa, una SF-24 semplicemente lenta.

La base della vettura rimane buona, una gara non cambia un progetto, ma servono aggiornamenti che vadano a curare le lacune.

Il ruolo di seconda forza se lo prende la McLaren, ottima la prova di Lando Norris con una MCL38 in palla per tutto il fine settimana.  Una gran bella sorpresa, ma tutto questo ci fa anche capire che Max è inarrivabile per tutti: tuttavia una RB20 la guida anche Sergio Perez, terzo sì, ma ad un abisso dal suo caposquadra.

In sostanza, il secondo posto è attaccabile, ci si può inserire fra le due regine della classe e provare a rompere le uova nel paniere della corazzata anglo-austriaca.

Gara positiva per Lewis Hamilton, vista la posizione di partenza, meno per George Russell: la W15 Mercedes è una vettura da cui ci si aspettava molto di più, ma anch’essa necessita di correttivi importanti per cercare di trovare qualcosa di più consono ad una squadra che ha dato tanto a questo sport.

Se l’auto nasce bene puoi impostare una strategia in un certo modo ed anche modificarla in corsa, perché la monoposto fa ciò che gli chiedi, ma se non risponde fare miracoli risulta pressochè impossibile.

Monumentale Fernando Alonso; non potendo contare su una Aston Martin AMR24 a livello della diretta concorrenza, optano per partire con delle soft, per effettuare stint più corti per lui, ma l’ovetense fresco di rinnovo si aggrappa ad una P7 in rimonta regalando il vero spettacolo in pista.  A 43 anni, chapeau.

Grazie Fernando!

Scritto da Alessandro Rossi

Foto: via ©HasanBratic

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