IMSA–12 Ore di Sebring, trionfo di Acura, Era Motorsport, Lexus e Mercedes.

L’Acura di WRT Andretti ha vinto la 12 Ore di Sebring 2024 con Louis Deletraz, Colton Herta e Jordan Taylor al volante, dopo un’emozionante lotta contro la Cadillac di Chip Ganassi nelle ultime battute di gara.

Vasser Sullivan e Lexus conquistano gli onori in classe GTD Pro, mentre Winward Racing ed Era Motorsport si aggiudicano il primo posto rispettivamente in GTD e LMP2.

La 72a edizione della storica e prestigiosa 12 Ore di Sebring è stata la tipica gara IMSA: gruppo di testa compatto, tante Full Course Yellow, colpi di scena, distacchi minimi e soprattutto successo finale deciso negli ultimi minuti, dopo un’intensa battaglia tra la Acura ARX-06rossonera” #40 e la Cadillac V-Series.R #01 in livrea oro di Bourdais, Van der Zande e Dixon.

Alla fine dei 333 giri totali completati il distacco tra i primi due nella classifica assoluta è stato meno di un secondo.

Acura vs Cadillac

Vittoria decisa nei minuti finali grazie ad un incredibile duello tra Louis Deletraz e Sebastien Bourdais.  Tutto si è originato all’ultima ripartenza dopo una FCY: con soli 24 minuti rimanenti alla bandiera a scacchi, Bourdais era riuscito a mantenere la testa della gara, difendendosi dagli attacchi di Deletraz che riusciva però a tenersi perennemente a distanza di tiro.

Il traffico ed i doppiaggi sono stati determinanti nella lotta, ma ancora di più lo è stato il ritmo dello svizzero di Acura nel suo ultimo stint della corsa.

A soli 9 minuti dal termine è arrivato il primo attacco della #40 alla #01, difeso bene dalla Cadillac “oro”.

Deletraz non ha però mollato e ci ha riprovato nuovamente: con 6 minuti rimasti sul cronometro, sfruttando i doppiaggi di alcune vetture GT, in Curva 7 ha prima fintato verso l’esterno e poi si è buttato all’interno di Bourdais prima del tornantino (il famoso “Hairpin”), completando il sorpasso e conquistando la testa della gara.  Un sorpasso duro, cattivo ma estremamente efficace e spettacolare.

Bourdais ha provato in tutti i modi a riprendersi il comando della contesa rimanendo attaccato al retrotreno della Acura, ma grazie anche a degli pneumatici Michelin più freschi sulla vettura di Deletraz, i tentavi dell’esperto pilota francese sono stati vani ed il giovane talento elvetico ha mantenuto così la testa fino alla fine.

La gara della #40 dal punto di vista strategico è stata gestita in maniera perfetta.  Pur non trovandosi sempre al comando o nelle prime posizioni, sono stati costantemente tra la P4 e la P6, gestendo gomme, carburante e non rischiando mai nulla con i doppiaggi ed i sorpassi.

Chiave della loro vittoria sono stati i doppi stint sulle gomme effettuati durante le prime ore di gara, che hanno permesso alla vettura di Deletraz di arrivare alla fine con gomme più fresche e performanti rispetto ai rivali.

Per Cadillac si interrompe così una striscia positiva di vittorie a Sebring che andava avanti da tre anni.  Gli animi sono però contrastanti: da un lato il secondo posto finale è un ottimo risultato, sia pensando al Campionato sia considerando la debacle della scorsa stagone con il ritiro per problemi tecnici.  È sicuramente anche un’iniezione di fiducia per la squadra di Chip Ganassi, dopo le recenti notizie di una possibile separazione a fine anno con Cadillac.

Dall’altro lato però, l’amarezza è comunque tanta perché le potenzialità fatte vedere potevano benissimo tramutarsi nella vittoria finale.  Aggiungendo poi l’uscita di scena dell’altro prototipo del costruttore americano, la #31, la #01 aveva tutto per ottenere e salire sul gradino più alto del podio.

Ma le corse in America sono così, che piacciano o no.  Continue interruzioni, bandiere gialle, gruppo compatto e doppiaggi, fanno sì che alla fine non conti tanto essere più veloci degli altri quanto conta in realtà essere costanti, molto cauti e stare fuori ove possibile dai problemi.  E questo Acura lo ha dimostrato egregiamente sino agli ultimi minuti di gara, quando è stato necessario sfoderare tutto il potenziale nella guida da parte del talento svizzero Deletraz.

Ovviamente alla fine conta anche essere veloci.  Esempio in questo caso è proprio BMW: anche la squadra di RLL ha fatto una gara “tranquilla” e pulita evitando problemi.  Quello che è mancato è stata la competitività, forse unico tallone d’Achille fino ad ora della M Hybrid V8 della marca bavarese.

Oltre al sorpasso finale per la vittoria di Acura su Cadillac, altro momento chiave della corsa è stato sicuramente l’uscita di scena improvvisa ed inaspettata della #31 di Derani, Aitken e Blomqvist, i reali candidati per tutto il weekend al successo finale.

A 4 ore e mezza dalla conclusione, Derani nel tentativo di doppiare la Ferrari 296 GT3 #21 di AF Corse, ha stretto troppo la sua traiettoria in uscita e si è toccato con quest’ultima; il contatto è stato determinante per il brasiliano nel perdere il controllo della V-Series.R che, uscendo di pista, si è andata a schiantare contro il muro di gomme finendo poi ribaltata sottosopra a causa del rimbalzo.  Fortunatamente non ci sono state conseguenze né per il pilota brasiliano né per i fan che si trovavano a pochi metri oltre la recinzione.

La delusione è tanta, la Cadillac #31 di Action Express Racing aveva tutte le carte in regola per trionfare in Florida.  Durante tutto il fine settimana è stata la vettura più veloce e quella con miglior passo: pochi minuti prima dell’incidente, Derani era riuscito a staccarsi dal gruppo che lo seguiva ed aveva iniziato ad aumentare il suo margine sul secondo posto con delle tornate velocissime e tirate.

Forse la troppa foga nei sorpassi ha fatto calcolare male le misure al carioca nel doppiaggio della Ferrari, facendo terminare di colpo la sua 12 Ore.  Un errore non raro da parte sua, in quanto già altre volte si è visto protagonista di questo tipo di contatti con altre vetture.

Porsche, BMW e Lamborghini

Porsche ha completato il podio di Sebring con il terzo posto per la #7 di Nasr, Campbell e Cameron.  Dopo i trionfi a Daytona in IMSA ed in Qatar nel WEC, la sensazione qui durante tutto l’arco della gara è stata che non avessero il passo per puntare alla vittoria, né con le due Porsche di Penske Motorsport né con le due 963 private di JDC-Miller Motorsports e di Proton Competition.

In particolare, durante la fase diurna della corsa, le Porsche sono apparse addirittura in difficoltà nel gestire i rivali.  Le 963 hanno dovuto infatti pensare più a difendersi dagli attacchi, tranne in qualche raro caso durante le ripartenze dove riuscivano a sopravanzare di qualche posizione.  La situazione è leggermente migliorata con l’avanzare dell’oscurità, ma non è stato comunque sufficiente per andare oltre il terzo posto ed impensierire Acura e Cadillac.

In casa Porsche si è deciso di accontentarsi di ciò che si poteva ottenere, senza rischiare.  Ed il terzo posto è stato ben accetto sia in ottica Campionato, sia vedendo comunque gli evidenti progressi della 963 rispetto al 2023.  Ormai la 963 è diventata una certezza e sia nel WEC che in IMSA, i prototipi della casa di Stoccarda sono competitivi e rappresentano rivali ostici per tutti.

Poi c’è anche BMW: gara un po’ in ombra per loro.  Come detto le due vetture del costruttore teutonico non hanno commesso errori e sono sempre rimaste fuori dai problemi, senza imprevisti tecnici.  Ciò che è mancata è stata la velocità.  È chiaro ormai che le potenzialità nelle vetture di Monaco ci sono e che devono solamente essere ancora scoperte ed estrapolate al meglio.

Alla fine sia la #25 che la #24 hanno mostrato un buon passo per tutte e 12 le ore di gara, con la #25 che si è ritrovata perfino al comando per parecchi giri in una parte di corsa.  Il quarto ed il sesto piazzamento finali sono comunque un buon risultato alla 12 Ore di Sebring, da non sottovalutare.

C’è stato poi l’esordio di Lamborghini e della sua SC63. Per loro applausi meritati quelli ricevuti alla fine della gara; a bordo della #63, Caldarelli, Cairoli e Grosjean hanno concluso al settimo posto, rimanendo nello stesso giro dei vincitori senza essere doppiati.  La SC63 ha mostrato una buona performance sul difficile ed impegnativo tracciato di Sebring, da sempre delicato banco di prova in termini di affidabilità per le vetture.

È sicuramente un peccato che non vedremo altre uscite per questo prototipo in IMSA fino al round di Watkins Glen di giugno, ma almeno continueremo a vederlo nel WEC già a partire da Imola.  Sarebbe importante per la vettura accumulare più chilometri possibili, specie in situazioni di gara, perché aiuterebbe e non solo a migliorare e sviluppare al meglio macchina e squadra.

LMP2, GTD Pro e GTD

In classe LMP2 vittoria per la #18 di Era Motorsport: l’Oreca 07 di Dwight Merriman, Ryan Dalziel e Connor Zilisch ha permesso alla squadra di conquistare anche la 12 Ore di Sebring, dopo aver vinto la 24 Ore di Daytona a fine gennaio.

Significativa la performance del giovanissimo Connor Zilisch: il diciassettenne americano ha mostrano una velocità incredibile rispetto alla media e per la sua età, considerando anche che si tratta della sua seconda gara Endurance in IMSA. Chissà se presto lo vedremo al voltante di una LMDh o LMH.

Secondo posto per la #11 di TDS Racing con Steven Thomas, Mikkel Jensen e Hunter McElrea: anche in questo caso tanti complimenti a Hunter McElrea. Il giovane neozelandese è pure lui alla prima esperienza nella Resistenza quest’anno dopo la gavetta nelle categorie propedeutiche della Indycar.

Ha completato il podio la #22 di United Autosports con Dan Goldburg, Paul di Resta e Bijoy Garg, con quest’ultimo in particolare altro giovane prospetto molto rapido, ma con già esperienza Endurance alle spalle con le LMP3.

La gara in classe LMP2 non è stata troppo emozionante o ricca di battaglie come nelle altre classi.  Ma i giovanissimi talenti che si sono alternati al volante delle varie squadre l’hanno resa comunque affasciante; cosa certa è che le giovani leve del futuro ci sono e sono molto veloci.  Ci sarà da divertirsi.

Passando alle due classi GT, Vasser Sullivan e Winward Racing hanno trionfato rispettivamente in GTD Pro e GTD.

La Lexus #14 di Vasser Sullivan è riuscita a conquistare il gradino più alto del podio dopo l’ultima ripartenza, quando è passata dalla terza posizione alla prima.  La vittoria è stata successivamente messa in seria discussione dalla Ferrari #62 di Risi Competizione, senza però riuscire a completare il sorpasso finale come avvenuto in GTP tra la Acura e la Cadillac.  Al traguardo il distacco tra la Lexus e la Ferrari è stato di appena un decimo di secondo.

Terzo posto di classe per la Lamborghini #19 di Iron Lynx, ottenuto anche grazie ad un contatto nei minuti finali di gara tra la Corvette #3 e la Porsche #77, con la prima messa fuori dai giochi e la seconda penalizzata successivamente.

Infine, in classe GTD, la vittoria è stata conquista dalla Mercedes #57 di Winward Racing: come accaduto in LMP2, pure loro arrivavano dal trionfo a Daytona, facendo quindi doppietta nella due classiche della Florida.  Podio completato dalla Ferrari #47 di Cetilar Racing e dalla Porsche #120 di Wright Motorsports.

Scritto da Leonardo Sofia

Foto: Team – Imsa – Michelin USA

 

 

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