24 Ore di Le Mans Post Race, Merci Endurance.

Sì, la prima parola che mi viene in mente per commentare questa 24h di Le Mans 2023 è “Merci”!  Grazie, per quello che abbiamo visto, per come si sono sviluppate le 24 ore di competizione, nulla ha deluso o quasi, ma l’edizione del centenario sicuramente rimarrà negli annali delle gare Endurance per una delle più emozionanti, stressanti e combattute edizioni della gara delle gare giunta per l’appunto ai suoi primi 100 anni.

Aco, Fia e Wec dal 2018 hanno lanciato la transizione dalle gloriose e costose LMP1 per passare alle Hypercar, un rivoluzione in tutti i sensi: passare dai prototipi costruiti solo ad unicamente per le gare di resistenza a prototipi concepiti per costare il 75% in meno.

Così siamo giunti nel 2021 con 5 vetture e la sola Toyota a mantener in vita la Top Class; negli anni di transizione è stata seguita da Glickenhaus che subito ha creduto in questi nuovi regolamenti, e dalla gloriosa LMP1 di Alpine convertita, depotenziata e soffocata per rispettare le regole delle HY.

Poi la luce alla fine del tunnel, quando man mano scoprivamo i nomi di marche e costruttori che arrivavano a sposare i regolamenti Hypercar ed a scommettere su un futuro dapprima incerto, ora spettacolare.

La partenza della classe Hypercar.

Fino al grande salto 2023: 16 Hypercar sulla griglia di partenza della Le Mans del Centenario, e che parterre de roi di partecipanti che hanno sostenuto i programmi LMH o LMDh, pronti a scommettere sul futuro della categoria  e sulla grande forza di questo nuovo corso che vede la convergenza di FIAWEC ed IMSA,  che pare iniziare a funzionare alla grande pur restando tuttavia da perfezionare.

Ferrari, Toyota, Peugeot, Glickenhaus, VanWall come LMH;

Porsche, Cadillac come LMDh.

Solo con questo prelibato menù di partecipanti che anche la prossima stagione comprenderà nuovi e succulenti ingredienti, gli organizzatori del Mondiale hanno vinto la sfida delle Hypercar; mettiamoci poi una 24h che ha regalato emozioni sin dai primi km, con la pioggia che ha condizionato le prime 5h di corsa, e che sono continuate sino alla bandiera a scacchi.

Ciliegina sulla torta la prestazione magistrale di Ferrari, che ha saputo camuffarsi ed insidiare i padroni sino a quest’anno di casa di Le Mans: potremmo dire “Toyota vittima della sua stessa forza”.

Il futuro delle corse Endurance vivrà di una grande linfa per i prossimi anni, il 2024 è visto da tutti come l’anno della stabilizzazione dei regolamenti Hypercar e dell’evoluzione nelle prestazioni; l’arrivo poi di:

Lamborghini, Alpine, Isotta Fraschini, BMW non farà altro che accrescere l’attenzione per nuovi costruttori, le battaglie in pista ed un Campionato da leccarsi i baffi, altro che la noia del passato.

Neo di questa edizione del centenario la nuova procedura della Safety Car, forse troppo lunga (non complessa) per un tracciato come Le Mans che andrà affinata; ma è giusto compattare le vetture di ogni classe ed evitare i doppiati di altre che possano nelle fasi di ripartenza intralciarne la lotta, fa sì che la battaglia si riaccenda.

Certo questo va contro lo spirito delle gare Endurance, al guadagnare tempo sui diretti avversari: se riesco a risparmiare uno stint di gara sono circa 30-40 secondi guadagnati, e con una SC che annulli tutto ciò si perde il lavoro di fino del pilota, della squadra con annesse strategie.

Il risultato del Centenario della gara più famosa al mondo è stato senza alcun dubbio un successo, uno spettacolo, grazie sopratutto e come sempre agli angeli custodi dei piloti: i 2000 e oltre commissari di percorso che hanno protetto, aiutato ed elogiato il gran lavoro di ogni squadra.

Immagine della camera on board della Ferrari di Alssandroe Pier Guidi, mentre riceve la bandiera della Ferrari 499P.

Merci Le Mans, ed auguri di 100 ed altre di queste emozionanti 24 Ore.

Scritto da Fulvio Vigilante

Foto: Alessandro Sala

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