Formula 1? Formula Verstappen in Ungheria.

Il Circus esce dal GP d’Ungheria con un risultato abbastanza scontato, Max Verstappen e la RB19 fanno un altro Campionato, oserei dire che tutti corrono in Formula 2 ed il Campione in carica è in Formula 1.

Guida una monoposto perfetta, aggiornata in questa gara, che domenica non ha mostrato problemi di cosiddetta gioventù, quello che invece accade a molti team quando si tratta di introdurre importanti upgrades.

Il tutto crea un binomio perfetto se pensiamo che il due volte iridato olandese è praticamente esente da errori in questo Campionato. Trattasi di nono successo di fila, il dodicesimo consecutivo per la sua squadra.

Il Gran Premio sul circuito magiaro dura praticamente lo spazio di metà rettilineo, dal semaforo verde alla prima curva. Dopo aver perso la Pole Position a favore di un grande Lewis Hamilton, Max parte bene dalla prima fila, con una staccata al limite si trova subito al comando e saluta tutta la compagnia.

Una cavalcata impressionante che tradotta in numeri semplici è così sintetizzata: tornata 53 su 70, tempo sul giro di 1’20”504: tanto per dire il miglior crono in gara fino a quel momento era 1’22”158, avversari annichiliti, punto e a capo.

Chi continua a sorprendere, e si candida sempre di più al ruolo di seconda forza stagionale è la McLaren, che permette a Lando Norris di salire su fino al secondo gradino del podio, anche se con oltre 30” di distacco da Max; al momento possono raccontare di essere “i primi degli umani”, prendendo il posto della Aston Martin di avvio di stagione.

L’ottima prestazione è confermata dalla gran gara di Oscar Piastri: quinto posto per lui, visti i contenziosi aperti sul finire dello scorso anno con Alpine, il rammarico è non averlo potuto vedere in pista già la passata stagione, lo meritava.

Combattente e talentuoso, siamo tutti convinti che nel prossimo futuro il giovane australiano sarà un grande pretendente al massimo risultato.

È un momento d’oro a livello sportivo per lo storico team britannico, ma anche tecnico: la direzione intrapresa per lo sviluppo della MC60 è corretta, a Silverstone hanno espresso un gran potenziale su un circuito da curve veloci; si ripete sull’Hungaroring dimostrando di aver migliorato notevolmente anche nelle curve lente.


Il gradino più basso del podio viene occupato dal redivivo Checo Perez, che sembra tornare a suo agio su una RB19 dominante nelle mani del proprio compagno di squadra; peccato per quella P9 in partenza, avrebbe potuto fare molto meglio.


Lewis Hamilton chiude quarto la domenica di Budapest, pagando assai l’errore in partenza, ma il valore espresso dalla sua Mercedes W14 è più alto di quello che dice la classifica.

Un vero peccato, perché con grande impegno riesce ad arrivare appena a ridosso del podio. Bene anche Russell, dopo una rimonta dal fondo della griglia riesce a risalire fino alla sesta piazza.

A deludere sempre più è la Ferrari, “semplicemente lenta” e con un race team che non ha una visione di gara che gli permetta di ottenere qualcosa di meglio di un settimo ed ottavo posto. Quando hai un midfield così ravvicinato come prestazioni la posizione di partenza fa la differenza, il non osare pure azzoppa il Cavallino.

Questa scelta di essere troppo parsimoniosi per evitare di sbagliare è un fardello che il garage di questa gloriosa Scuderia deve abbandonare se si vuole ottenere qualcosa di interessante nell’immediato futuro.

Che già di km sotto le ruote ne sono passati, con le Rosse ed i suoi alfieri che si sono avvicendati di recente al volante del Cavallino laconicamente a bocca asciutta.

La mia speranza è che si sia capita la dinamica di questa vettura non consistente, perché il nuovo progetto è già in cantiere, ma il team tecnico è lo stesso che ha progettato la SF-23. E questa litania si va ripetendo oramai da 3 lustri senza alcun risultato.

Un Pitstop troppo lungo ed un eccesso di velocità hanno messo un macigno sulla gara di Leclerc, Sainz arriva a ridosso del compagno tra non sopite polemiche interne, c’è da lavorare parecchio.

Un discorso a parte lo merita la Aston Martin in caduta libera, con mancanza di risultati di rilievo e in apparente crisi tecnica.

Dopo un brillante inizio di stagione, la verdona di Alonso e Stroll ha perso lo smalto dei giorni migliori pur avendo portato meno aggiornamenti sin qui rispetto alla concorrenza che si è svegliata.

Le novità arrivate in Canada non hanno soltanto fatto perdere l’equilibrio aerodinamico della AMR23, ma si è perso anche il filo logico del concetto di base della vettura. Possono tornare su, ma sarà necessario trovare il bandolo della matassa.

Daniel Riccardo, al rientro in pista, chiude fuori dai punti con una AlphaTauri che non ha ritmo, ma finisce davanti a Tsunoda. Aspettiamolo, potrebbe essere il valore aggiunto di questa AT04.

Scritto da Alessandro Rossi

Foto: Hasan Bratic

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