Formula 1 ed Endurance, quando gli opposti si attraggono.

Mondi antitetici, universi paralleli, le monoposto più sofisticate e le macchine più…resistenti.  Tecnologia ed ingegneristica allo stato puro in entrambi i casi, ibridazione che accomuna.

Agognati, costosi ed esclusivi sedili  in F1, nell’Endurance volanti e posti guida da condividere, adattandosi allo stile di guida dei compagni con cui si condividono ore in pista.

La massima (termine per chi scrive non più confacente ad una Formula noiosetta) categoria del motoracing esaurisce il proprio climax agonistico in pochi minuti seppur compressa in un calendario vieppiù fitto, i Campionati WEC ed IMSA impegnano i drivers per molti giri di orologio a gara, in una stagione più annacquata come logico aspettarsi.

E se in passato il Mondiale di Resistenza tediava alquanto causa esclusiva presenza di Toyota nella classe regina, ora con l’avvento o la rentrèe di tante marche, e molte ne arriveranno a breve giro di calendario, beh lotte e sportellate in pista sono tornate, assicurate tuttavia in passato dalle classi LMP2 e GT.  C’è voglia di sfidarsi, di competere, di combattere in pista ed in fabbrica per lo stuolo di case automobilistiche che occupano i box in molti circuiti, oramai insufficienti.

Nella gioielleria di plastica della Formula 1 invece vige un certo congelamento tecnico, normativo e purtroppo anche agonistico.  Lacci e lacciuoli regolamentari che stanno strozzando sempre di più il dorato mondo gestito non al meglio, come amo dire da qualche tempo a questa parte causa ostracismo ed elitarismo giornalistico esistente, da No Liberty for Media.

E guai a pensare, o a rendere semplice, l’ingresso di nuovi team nel lotto dei risicati partecipanti, il club esclusivo non può essere aperto a nuovi eletti….le macchine più care, le più pesanti, spinte da soli 4 motoristi sono un parco largamente insufficiente a redere appetibile e divertente una Formula 1 troppo complicata.  E niente test, e niente sviluppi, con ali posteriori mobili e gestione pneumatici a strozzare il respiro agonistico di questa categoria oramai asfittica.

Di contro, vivendolo in pista nelle ultime due stagioni, il pianeta Endurance sta radunando sempre più pubblico, l’interesse di costruttori e sponsor che trovano le serrande della categoria fortunatamente spalancate.  IMSA e FIAWEC garantiscono libertà di test, accolgono con favore l’arrivo di nuovi accoliti, e nei fine settimana di gara sì che si può provare, girare, correre a dispetto dell’impegno delle varie 4,6,8,12 o 24 Ore di competizione.

Unico neo, o unico aspetto negativo cui trovare soluzione definitiva non pare soluzione semplice, è la gestione del Balance of Performance, il famigerato BOP, elemento di livellamento prestazionale che “colpisce” sovente a capocchia e con tempismo sospetto,  con sovrappesi o strozzamenti della potenza i team delle differenti classi nel tentativo, spesso maldestro, di equilibrare le forze in pista stanti ancora alcune differtenze di costruzione e potenza dei mostri soprattutto della classe regina.

Ma il mondo della Resistenza, seppur stagionato e glorioso, vive una seconda giovinezza e come logico, soffre di qualche naturale difetto da limare.  L’era delle Hypercar promette, e come si accennava in precedenza ogni vettura garantisce, meglio esige l’alternarsi di 2-3 piloti: capite bene ordunque che la lista di drivers che può allineare l’Endurance garantisce, come ha assicurato in passato, una seconda occasione per tanti ma soprattutto una succulenta possibilità per molti.

Lo sappiamo, i volanti della Formula 1 sono i più appetiti, ma anche i più ardui e costosi da tenere tra le mani; se poi, e meno male che ci sono, i longevi Alonso, Hamilton, Perez, Hulkenberg, Magnussen a fatica staccano il loro sedile dalle rispettive monoposto, ovvio che l’accesso alla formula regina sia pressochè impossibile.

E con molto interesse tanti professionisti della guida hanno optato, quasi come naturale soluzione, allo sbarco nel Wec ed in Imsa.  Difficile, se non impossibile, pensare di dividersi tra F1 e Resistenza, sia causa sovrapposizione di alcune tappe del calendario ma in primis per l’impegno che richiede competere nelle 2 categorie.

Al limite lo possono fare i piloti di riserva dei team della Formula 1, i titolari se non per qualche malanno non mollano il posto.  Ferrari e Alpine sono le uniche 2 entità a gestire full time la “Guerra” dei 2 Mondi, altri come Honda (marchio Acura) già gareggiano in IMSA e si vocifera possano sbarcare nel FIAWEC, mentre Aston Martin gareggia con alterni successi nella Classe GT.

Altri ancora hanno interessi indiretti, cone Zak Brown da anni protagonista nella Classe LMP2 con il proprio asset, United Autosport: al momento, nonostante qualche spiffero, McLaren non pare intenzionata a raggiungere il resto della compagnia, stante anche l’impegno in Indycar.

Dopo qualche stagione è tornata Porsche nella classe regina del Mondiale Endurance ed in IMSA, dopo aver abbandonato le velleità di sbarco in Formula 1, laddove invece arriveranno nel 2026 i connazionali di Audi, altra marca teutonica che ha scritto la storia della Resistenza.

E guarda un pò, tra gli spifferi ed il potenziale interesse che possa realmente avere Aston Martin, si torna a parlare di quella magia creativa di Adrian Newey che è stata la Valkirie, che non ha mai visto l’asfalto dell’Endurance e che per farlo, tuttavia, dovrebbe essere completamente rivoluzionata: già sicuramete più di qualcuno si leccherebbe i baffi immaginando un Fernando Alonso 2 volte iridato nel Wec con Toyota, ritentare la fortuna al volante del bolide sviluppato sul progetto del genio ora dominante con Redbull.

Verde speranza, quello del team di Lawrence Stroll, che richiama le ultime gesta al volante di un 4 volte iridato come Sebastian Vettel e di chi lo vorrebbe vedere cimentarsi nelle gare di durata chissà, magari con una marca del suo paese, ad esempio una di Stoccarda che inizia con P….

Intanto, come si accennava, non soffrendo molto la panchina, Stoffel Vandoorne, attuale terzo pilota Aston Martin in F1, farà parte di uno degli equipaggi Peugeot l’anno prossimo nel FIAWEC, mentre Nick De Vries, disarcionato malamente dall’AlphaTauri, avrà l’onore e l’onere di sostituire il gaucho Pechito Lopez sulla Toyota # domkkinatrice delle ultime stagioni dell’Endurance.

E per continuare con le contaminazioni tra F1 e l’elite delle competizioni di durata, giusto a casa Honda la McLaren ha annunciato come futuro driver di riserva un tal Ryo Hirakawa, giovane prodigio nippo impegnato nel Mondiale 2023 con Buemi e Hartley al volante della Toyota #8.  Ed ecco spuntare le voci di un possibile avvicinamento tra la squadra di Woking ed il motorista giapponese che è già passato per i circuiti della Formula 1, magari per un derby con chi dal 2026 passerà dai cofani iridati Redbull a quelli di Aston Martin.

Ed il posto di motorista lasciato libero da Honda verrà occupato da Ford, che ritorna anche nella Rsistenza con la mitica Mustang.  E tante altre commistioni potremmo narrare, a cominciare da quella trionfale alla 24 Ore di Le Mans sotto le insegne del Cavallino Rampante per Antonio Giovinazzi, ma mi fermo qui.

Signori, porte girevoli all’Hotel Motoracing, e se siete tediati dalla Formula 1, vi garantisco che FIAWEC ed IMSA sono e saranno un’autentica “pasada”.

Scritto da Alessandro Sala

Foto: Team Media – ©AlessandroSala

 

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