Interlagos, Verstappen leader Maximo.

Il Gp del Brasile ci regala un risultato che non fa altro che confermare, se ce ne fosse bisogno, la bontà di un progetto solido su tutti i fronti.  La RedBull RB19 nelle mani di Max Verstappen è parte integrante di un dominino che non ha rivali di alcun tipo.

La Sprint Race del sabato ci aveva un po’ illuso con distacchi minimi tra i rivali della squadra di Milton Keynes, ma domenica tutto è tornato alla classica quotidianità, alla liturgua impartita dall’olandese dominante che contraddistingue questa stagione.

Max vince il GP numero 17 del 2023, parte indisturbato dalla prima posizione e il resto della corsa dalla partenza in poi è solamente ordinaria amministrazione, tant’è vero che a noi da casa ci spetta solo di capire quando e dove centrerà altri record, in quanto l’unico rivale è se stesso.

In realtà a contrastarlo ci ha provato Lando Norris, ma non è mai stato in grado di impensierire seriamente il Campione in carica.  Un progetto, quello di McLaren, rivisto e corretto durante la stagione che la consolida sempre più al ruolo di seconda forza in pista.

I tecnici di Woking hanno trovato una chiave di interpretazione della monoposto molto interessante, ma i Campioni del Mondo hanno ancora un vantaggio tecnico talmente importante da non essere nemmeno impensieriti dalla squadra di Andrea Stella.

Di positivo per McLaren c’è che questa base di partenza è già ottima, al contrario di Ferrari e Mercedes, grazie alla quantità di ore  in più disponibili tra wind tunnel e banco prova dinamico: i presupposti per un 2024 papaya di alto livello ci sono tutti.

Sono loro a rincorrere, tutti gli altri Top Team si beccano almeno mezzo minuto, addirittura 5 secondi l’unica Ferrari in gara.  Un abisso se pensiamo che il circuito si percorre in poco più di un minuto.

Lo spettacolo assoluto ce lo regala Fernando Alonso, l’Aston Martin apporta delle modifiche alla AMR23, tornando sui propri passi utilizza il fondo che aveva usato nella prima parte di Campionato ed i risultati non tardano a… ritornare.

Il valore aggiunto lo dà il campione spagnolo, ingaggia una lotta corpo a corpo, ruota a ruota con Sergio Perez; alla fine la spunta per appena 53 millesimi. L’asturiano 2 volte iridato ha ancora tanto da dare a questa Formula 1, mai domo, contento e lottatore come un ragazzino.

La sua forza continua ad essere, oltre alla velocità, la perfetta visione della gara, con in mano la perfetta padronanza della situazione.

Trova sempre qualcosa che lo porta poco più in là del limite della vettura, ma che gli basta ed avanza per ottenere risultati impensabili.  Semplicemente bravissimo, magari ce ne fossero piloti come Fernando!

Fine settimana nero per il resto del gruppo, Ferrari ed i suoi piloti non vedono l’ora di fare tabula rasa dell’annata in corso, per cercare di scrivere qualcosa che vada verso la concretezza dei risultati e non verso le cocenti delusioni attuali.  Casa Maranello arriva alla domenica con la voglia di fare, tutto si concentra sulla gara che stavolta nemmeno inizia per Charles Leclerc.

Seconda volta in quattro gare che la rossa prende parte alla corsa con una sola vettura, davvero nauseante.  Senza entrare troppo nei tecnicismi, si è rotto questo oppure quello, parte elettronica o meccanica: mi dispiace vedere in una Formula 1 sempre più trasparente, un continuo celare da parte della Scuderia Ferrari guasti tecnici o problemi di varia natura.  Sbagliare è umano, non ha senso portare avanti questo sistema soprattutto quando non si sta lottando per nulla.

Probabilmente si vuole proteggere un determinato reparto, è possibile che ancora non si conosca la causa vera e propria dell’ennesima debacle, ma con tutti i sensori che sono sulle monoposto odierne pare molto strano; tuttavia secondo me la reale causa di questo guasto non la sapremo mai.

A Carlos Sainz spettava il compito di mettersi dietro le Mercedes, c’è riuscito ma il distacco dai primi è un abisso.

Gran Premio da dimenticare anche per il duo Mercedes, forse la peggior gara dell’anno, con Lewis Hamilton mai in grado di lottare per le posizioni che gli competono, alle prese con una vettura senza prestazione, lenta, che non ha digerito nessuna mescola che abbia adottato, andando in crisi con gli pneumatici appena ha provato a spingere all’inizio di ogni stint.

Purtroppo ancora peggio è andata a George Russell, per lui un precauzionale rientro ai box per evitare un possibile cedimento della Power Unit.

Si rivede stabilmente nella zona punti l’Alpha Tauri, probabilmente l’arrivo di Daniel Ricciardo in squadra ha fatto più che bene, un pilota come l’australiano avrà potuto dare il giusto indirizzo per sviluppare la vettura, e questo fa ben sperare per il futuro.

I valori sul tracciato paulista nel complesso si sono confermati, la RB19 ha una grande efficienza aerodinamica con il DRS aperto, ha vinto sulla pista che maggiormente premia l’efficienza dell’ala mobile; a McLaren il ruolo di diretta inseguitrice anche se a distanza considerevole e tutti gli altri in crisi sia di risultati che di identità.

La prossima e penultima tappa di stagione sarà sul nuovo layout cittadino di Las Vegas, non ci sono riferimenti oltre alla mappatura del simulatore sulla pista del Nevada, vediamo se questo disegno di circuito poco conosciuto ci regalerà qualche colpo di scena, a partire dalle possibili bassissime temperature previste.

Scritto da Alessandro Rossi

Foto: via ©HasanBratic

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