Jim Clark l’eroe Scozzese

Jim Clark l’eroe Scozzese

“L’unica volta in cui Chapman mi ha detto di rallentare, abbiamo perso”, così Jim Clark dopo una gara persa per un soffio.

In molti lo paragonano ad Ayrton Senna, tante affinità sul piano velocistico, su tutte la propensione al giro secco.

E dire che non dovevano nemmeno esserci le corse nella vita di Jim Clark, se avesse seguito i dettami della famiglia. Nato in un villaggio rurale del Fife, Scozia, nel 1936, da benestanti agricoltori, Jim abbraccia le corse motoristiche a vent’anni, a insaputa della famiglia. All’inizio, è puro divertimento.

Ma poi quel gioco diventa una faccenda seria. Infatti appena due anni più tardi Clark è pilota in pianta stabile ai trofei nazionali. Finché, nel 1960 lo cerca nientemeno che Colin Chapman, padre padrone della
Lotus sopraffino talent scout oltre che inarrivabile ingegnere. La carriera di Clark prende slancio, è in Formula 1.

La leggenda di Clark si lega a doppio filo al marchio britannico. Jim ha resistito anche al fascino della Ferrari che pure avrebbe fatto carte false per assicurarselo. E alla Lotus, Clark ha legato fortune e sventure. Del resto, il suo andamento segue quello delle auto che gli capitano tra le mani. Vetture che, come è un classico di Chapman, alternano annate geniali ad altre anonime.

Due anni di apprendistato, prime vittorie nel ’62 e la consacrazione nel ’63. L’anno dopo è tutto pronto per il bis, ma le Lotus 25 e 33 fanno le bizze e così la seconda corona è rimandata al 1965. Altro titolo, con tutti che vedevano un futuro roseo.

E invece nel ’66 e ’67 le auto di Chapman hanno una flessione, relegando Clark a più miti consigli. Per il tris iridato il 1968 sembra l’anno buono, con l’affermazione al primo GP in Sudafrica, ma poi il destino interviene.

Eppure non c’è solo la Formula 1 nella breve ma intensa epopea di Jim Clark. Riavvolgiamo un attimo i nastri al 1965. Jim sta dominando la massima serie, ma c’è un’altra impresa che coltiva parallelamente: è la conquista della 500 miglia sull’Indianapolis Motor Speedway. La rivalità tra vecchio e nuovo continente è alle stelle, Jim prende casco e bagagli per mettere in riga pure gli americani.

Fida alleata è di nuovo lei, la onnipresente Lotus, nel ’63 e nel ’64 falliscono l’obbiettivo, il ’65, finalmente, risarcisce Clark e la squadra Lotus (oltre alla Ford, che le forniva i motori) delle disfatte precedenti. Primo e unico pilota a consacrarsi in Formula 1 e in Indy nello stesso anno.

Eravamo nel 1968, parlando di Formula 1, Clark vince la prima gara, parallelamente partecipa all’Euro Formula 2, prima tappa in programma all’Hockenheimring, il 7 aprile.

Al secondo passaggio, la Lotus 48 dello scozzese va fuori strada. Prende la tangente, schizza verso il bosco, si cappotta, si disintegra. Clark muore sul colpo, se ne va così, in una tragedia misteriosa e poco documentata, a 32 anni nel fiore della giovinezza.

Un mito per sempre.

 

Scritto da Alessandro Rossi

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