WEC: 6 Ore di Monza, vince Toyota davanti a 65 mila appassionati.

La 6 Ore di Monza, quinta tappa del Mondiale endurance WEC, ha visto trionfare la Toyota #7 del trio Conway, Kobayashi, Lopez.

Ad accompagnare sul podio la GR010 Hybrid ci sono state al secondo posto la Ferrari 499P #50 di Fuoco, Molina e Nielsen ed al terzo posto (primo podio in assoluto) la Peugeot 9X8 #93 di Jensen, Vergne e Di Resta.

Invece della solita analisi di gara, seguita dal vivo nell’Autodromo di Monza da circa 65mila spettatori (molta più gente nell’arco del weekend, per un 2023 dell’Endurance con gran pubblico ovunque) e da numerosi telespettatori a casa, preferiamo concentrarci sull’analisi dei tempi sul giro fatti registrare da ogni Hypercar e da ogni pilota.

In questo modo possiamo capire: quale Hypercar sia stata la più veloce, quale pilota sia stato il più performante e quanto distacco ci sia stato tra le varie vetture e piloti stessi.

Prendiamo in considerazione il tempo sul giro medio ottenuto da ogni vettura e quelli registrati dai vari piloti; e confrontandoli proviamo a ricavare qualche interessante spunto. Nell’analisi dei crono verranno presi in considerazione solamente i tempi sul giro sotto 1:44.000.

Si cerca così di eliminare tutti quei tempi sul giro che non risulterebbero significativi nell’analisi del Race Pace, e che anzi rischierebbero di falsarlo (giri in FCY, SC, outlap…). Ovviamente tutto ciò verrà fatto non tenendo conto del compound di gomma utilizzato (media o dura), della loro usura tra le diverse vetture e del livello di consumo di carburante.

Per tenere in considerazioni questi fattori l’analisi diventerebbe estremamente più complessa, anche a causa della difficoltà nel recupero di dati (in particolare per quanto riguarda il consumo di carburante).

Proviamo a fare qualche considerazione:

  • Il famigerato BoP sembra pian piano cominciare a trovare la sua quadra. Come visto alla 24 Ore di Le Mans, anche a Monza praticamente tutti i costruttori (Toyota, Ferrari, Peugeot e Cadillac) sono stati molto vicini tra di loro. Se consideriamo anche i tempi delle Qualifiche il distacco si è attestato mediamente sul mezzo secondo, escludendo Glickenhaus, Vanwall e Porsche. Quest’ultima in particolare ha presentato qualche problema di troppo sia in Qualifica che domenica. C’è però ancora molta fiducia in casa Porsche e lo stesso Roger Penske ha rassicurato tutti sul futuro competitivo delle 963.
  • Peugeot è stata sicuramente la sorpresa del fine settimana brianzolo. Le buone cose viste a Le Mans sono state confermate anche a Monza e sono state ben ripagate con il primo piazzamento a podio assoluto per il prototipo 9X8 della casa del Leone con la numero 93. Sembra così chiudersi un cerchio durato un anno: dall’esordio a Monza nel 2022 al primo podio l’anno successivo sullo stesso circuito. Certamente il veloce circuito lombardo, così come quello di Le Mans, sembra favorire e adattarsi al meglio alla 9X8 ed alla sua filosofia aerodinamica. Come spesso però già detto e ripetuto negli articoli di analisi post Le Mans, la strada intrapresa è quella giusta, i periodi buoi sembrano lontani e da qui in avanti non si può far altro che migliorare (anche se la #94 ha patito nuovamente noie al cambio in gara).

  • Osservando le statistiche dei crono sul giro medi nella tabella proposti ci si accorge di un’anomalia: Sebastien Buemi. È ovvio capire come non si sia trattato del miglior weekend di gara per il velocissimo pilota elvetico. Il suo passo gara è stato ben oltre il mezzo secondopiù lento sia in rapporto ai propri compagni di vettura sulla #8, sia in rapporto a tutti gli altri 5 piloti ufficiali della casa giapponese. Brendon Hartley con la stessa identica vettura girava 1 secondo più veloce. Se a questo aggiungiamo inoltre i “danni” provocati nei primi giri della 6 Ore (tamponamento alla Ferrari #51 alla prima curva di gara pochi metri dopo lo start e contatto fatale con la #777 Aston Martin alla variante Ascari) è certo che Buemi non vedesse l’ora di dimenticare il fine settimana di gara italiano.

  • Il binomio Ferrari-Fuoco sembra essere per il momento il più veloce in assoluto tra tutte le Hypercar. Dopo la pole di Le Mans, a Monza sono mancati appena 17 millesimi ad Antonio per ripetersi. Successivamente in gara durante i suoi stint ha completato giri veloci su giri veloci nella difficilissima rimonta alla Toyota #7 leader, che però è risultata irraggiungibile. Considerando il passo gara Fuoco è stato però addirittura, di pochissimo, più veloce di Kobayashi su Toyota, autore quest’ultimo della Pole e dei migliori stint per la Toyota #7. Antonio Fuoco è il punto di riferimento ed una certezza assoluta in casa Ferrari.

  • Analizzando le prestazioni di Porsche sembra incredibile vedere come la 963 di Hertz Team Jota sia risultata più rapida delle 963 ufficiali di Penske Motorsport. Will Stevens è stato il pilota Porsche più veloce in assoluto. Yifei Ye non ha sfigurato nel confronto col compagno inglese mentre per quanto riguarda Da Costa qualche dubbio c’è. È però anche probabile che per il pilota portoghese si sia trattato di un weekend negativo, così come per Buemi. Il debutto di Proton Competition si può considerare sufficiente. Senza test e con una risicata conoscenza della vettura, sono comunque stati in gioco per larga parte della contesa, sicuramente lontani dai primi posti, e solo un problema tecnico li ha fermati e costretti al ritiro.

  • Anche in casa Cadillac il problema sembra più che altro derivare dalla lineup. Non è stata la gara migliore della stagione per Cadillac Racing, che si può riassumere con un misto di errori strategici e sfortuna. Salta all’occhio però le performance di Richard Westbrook. In confronto al suo compagno di squadra Bamber è stato 1 secondo più lento, e quasi mezzo secondo più lento di Lynn. Ciò che lascia l’amaro in bocca è che il passo di Cadillac è molto vicino se non simile a quello di Ferrari e Peugeot.

  • Glickenhaus fa il possibile per aggrapparsi al gruppo di testa ma le caratteristiche tecniche della 007 LMH non lo consentono. Senza aggiornamenti ed investimenti è ormai impossibile competere in una categoria così avanzata. Il futuro, purtroppo, è sempre più incerto e di tenore negativo. Vanwall invece è stata decisamente fuori passo gara.

Aggiungo una piccola postilla finale relativa alla tabella: i tempi sul giro medio sono da prendere con le dovute precauzioni. Come specificato nella prima parte, molti fattori (alcuni più importanti, altri meno rilevanti) non sono stati presi in considerazione.

Tra questi fattori c’è anche il cambiamento costante (in meglio) delle condizioni della pista. Per fare un esempio esemplificativo: Antonio Fuoco è stato il più veloce in gara, ma è stato anche quello che ha effettuato i propri stint nelle ultime ore di gara, ossia quando il tracciato era molto più gommato, le temperature più basse e così via.

Discorso identico può essere fatto anche per Kobayashi su Toyota o Stevens sulla Porsche del Hertz Team Jota. Entrambi hanno completato gli ultimi stint e ore di gara in condizioni nettamente più “favorevoli” rispetto ai piloti che hanno guidato durante le prime ore di corsa.

Scritto e Grafici: Leonardo Sofia.

Foto: Alessandro Sala

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