FORMULA 1, Verstappen non lo si ferma più.

Max, dominio in salsa spagnola.

Questa domenica abbiamo assistito all’ennesimo fine settimana dominato in lungo e in largo da Max Verstappen e dalla sua RedBull, poche le azioni in pista degne di nota in quel di Barcellona.

Fa ben sperare per il futuro il ritorno a prestazioni di livello della Mercedes che sale sul podio con entrambi i piloti; pollice verso invece la Ferrari che merita un capitolo a parte, talmente cocente è la delusione che sta regalando a tifosi ed addetti ai lavori.

Il GP è totalmente a senso unico, il Campione del Mondo in carica parte bene e, seppur con una mescola di svantaggio rispetto a Carlos Sainz, riesce a costruire un considerevole vantaggio che al terzo giro gli permette di non essere in zona DRS con il madrileno: già questo ci fa capire l’andamento delle cose, anche se eravamo solo all’inizio.

Merito del pacchetto RedBull, quì entra in gioco il lato sportivo, affascinante, ma che a molti appare noioso.

Per me tutto questo è da applausi: Max è un tutt’uno con il suo mondo, calza come un guanto la sua vettura, protagonista assoluto di questa favola che è costruita tutta intorno a lui, e ringrazia l’orchestra a suon di risultati strabilianti.

Il gruppo di lavoro dai box ha un’intesa perfetta in ogni situazione, questo è importante ai fini del risultato finale anche quando hai la miglior vettura del lotto.

Forse annoiante, ma sotto il profilo sportivo e manageriale ci insegna come un sistema deve essere costruito per essere perfetto, lo stesso sistema che ha garantito alle frecce d’argento Mondiali a ripetizione.

La Mercedes appunto, quella squadra che ha avuto il coraggio di girare pagina a Monaco e rivedere la propria filosofia costruttiva, ha rodato le sue nuove componenti nel Principato e le ha sfruttate alla grande alla prima occasione utile.

Il divario dalla RedBull in prestazione assoluta è ancora importante, ma se questa è la base da cui ripartire si può solo migliorare, anche perché i membri cardine che hanno contribuito a costruire innumerevoli vittorie sono ancora lì e non hanno dimenticato come si vince.

Questa prestazione non mi meraviglia, è frutto di un grande lavoro di tutta la squadra, ed i piloti sanno concretizzare: non si vincono 8 titoli iridati di fila casualmente ed i fatti lo dimostrano ampiamente.

Tutto il contrario di tutto è la Ferrari, grande delusione di questa gara, arrivata in Spagna con importanti novità, ma che non conclude nulla di buono a livello di prestazioni.

Ci si augura che il nuovo layout aerodinamico sia troppo diverso rispetto al precedente e che non abbiano avuto quindi tempo sufficiente per comprenderlo a dovere, spero che almeno siano stati raccolti sufficienti dati per imbastire qualcosa di più interessante rispetto alle anonime P5 e P11 di Sainz e Charles Leclerc.

Solo colpa dell’auto? Direi di no, la rossa manca in tutto: dal rapporto con i media alla stabilità interna di tutta la squadra, per ultimo la monoposto, decisamente sbagliata sotto molti aspetti.

Ci era stata presentata come “… un’auto senza precedenti”, dopo i test in Bahrain, vedo ancora quell’ala monopilone instabile, possibile che non si trovi una soluzione, in una delle strutture più grandi a livello mondiale?

Quindi se stiamo quì a parlarne con questi toni forse più di qualcosa è andato storto.

A mio parere personale la SF-23 non funziona e non funzionerà perché è “nata male”.

Alla vettura vengono impostati dei setup correlati a delle strategie e nessuna viene “digerita”, hai una monoposto che non risponde, una macchina dalla comprensione impossibile.

Potrebbe essere stata quella del Montmelo una gara test, ma di sicuro ci sono gravi carenze nella comprensione degli pneumatici.

A mio avviso non è solo un problema aerodinamico quello che attanaglia la Scuderia Ferrari, ma anche di dinamica veicolo.

Questa finestra operativa degli pneumatici allo stato attuale non è possibile aprirla, di conseguenza le brutte figure non mancano.

Si salvano in qualifica perché si è a serbatoi scarichi, soffri meno i cambi di direzione veloci, le gomme a mescola soft mascherano i problemi.

Sotto il profilo comunicativo è tutto da rivedere, Charles, Carlos e Frederic Vasseur, tre versioni diverse per commentare una domenica sicuramente non positiva.

Dicevo prima del rapporto che amalgama la RedBull in un unico blocco, ecco cosa serve per vincere. Serve l’equivalente di Gianpiero Lambiase, che fa stare tranquillo Max quando gli dice “Se non mi fate rientrare la butto fuori questa macchina, è inguidabile”.

Cambio di setup e via per la vittoria a Montecarlo! Serve quel “C’mon baby” di Rob Smedley quando chiedeva a Felipe Massa di spingere al massimo, oppure quell’ “It’s hammer time” di Peter Bonnington quando chiede a Lewis Hamilton di entrare in azione.

I Campioni, i binomi perfetti che hanno contribuito a creare i domini assoluti, ci hanno insegnato questo, che in Formula 1 non si vince per caso. In attesa del prossimo appuntamento a Montreal.

Complimenti al dominio in lungo e in largo di RedBull, alla continuità di Mercedes, sperando che la Rossa Nazionale impari da loro. Abbiamo visto fare cose importanti all’epoca della gestione Todt, serve una Ferrari così alla Formula 1 intera.

Scritto da Alessandro Rossi

Foto: Hasan Bratic

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